
Di Gabriele La Spina
Potremmo definirlo un Oscar politicamente corretto, quello di Julianne Moore lo scorso anno, o se preferite il coronamento di una carriera, per una straordinaria attrice che anno dopo anno ci ha regalato grandi interpretazioni, alcune di esse nominate dagli Academy, ma nemmeno le migliori vincitrici della statuetta, pensiamo alla Moore di Lontano dal paradiso o di Magnolia, Still Alice però non rientra tra queste. L'introduzione a questo articolo, supportata dall'ultima vincitrice dell'Oscar alla Miglior Attrice Protagonista, serve a dimostrare lo stridente paragone con la categoria in questione dello scorso anno, scarna di ruoli particolarmente interessanti, salvo forse la Rosamund Pike di Gone Girl, e quella di quest'anno al contrario, estremamente agguerrita come non lo era da anni, dove ognuna delle contendenti in cinquina ha dato probabilmente il meglio di sé, con una performance acclamata dalla critica. In un anno come questo però solo le più eccellenti riusciranno a percorrere l'oscar race.
Nella nostra cinquina ideale, o ponderata predizione, noterete una sola veterana degli Academy, già vincitrice di 2 Oscar, la magnifica Cate Blanchett, parte del duo Carol che ha conquistato la critica di Cannes e si prepara a stregare il Mondo con l'arrivo della pellicola di Haynes in sala, pellicola che ci teniamo a sottolineare, rappresenta il più grande contender per la categoria Miglior Film di quest'anno. Eccetto la Blanchett, prediciamo in cinquina volti nuovi, freschi, come Carey Mulligan in Suffragette, apprezzatissima a Telluride, anche se in una pellicola non propriamente eccellente, la sorpresa di quest'anno Brie Larson in Room, che siti come Indiewire vorrebbero già come vincitrice. Reduci anche loro da ottime ricezioni dai festival, Saorise Ronan in Brooklyn amata al Sundance, la cui posizione però resta leggermente più in bilico rispetto alle avversarie, e Alicia Vikander, grande scoperta di Hollywood di quest'anno, che ruba la scena allo stesso Eddie Redmayne in The Danish Girl, altra pellicola che gli Academy ameranno. Chi potrebbe insidiare le loro posizioni? In primis Jennifer Lawrence nel nuovo film di David O. Russell, Joy, di cui non sappiamo nulla al di fuori di quanto visto nel primo trailer rilasciato, eppure il nostro sesto senso ci dice di non dubitare di un connubio tanto vincente come quello di Lawrence e O. Russell. E ancora, Sandra Bullock in Our Brand Is Crisis, da Toronto considerato uno dei suoi migliori ruoli dopo Gravity, e Charlotte Rampling vincitrice a Berlino come miglior attrice, in 45 Years.
In una cinquina del genere dove ci riesce ancora difficile predire la sicura vincitrice, anche se qualcosa ci fa protendere per la Mulligan o la Larson, nulla è certo e nulla è scritto. Quello di cui siamo sicuri è che questa Awards Season sarà una delle più emozionanti dopo diversi anni, e le sorprese non mancheranno.