BEASTS OF NO NATION- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Una nazione dell’Africa centrale senza nome, senza tempo. Un adolescente che si accorgerà troppo presto della sanguinosa lotta intestina nel cuore del proprio paese sulla propria pelle e sui propri affetti. Una storia di passaggio di età scandita dalla solida mano del regista e sceneggiatore statunitense Cary Fukunaga.

Presentato in Anteprima Mondiale alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 72 e passato poi in rassegna, con buoni responsi, sia al Telluride che a Toronto, il war movie diretto da Fukunaga si ispira al best-seller omonimo scritto da Uzodinma Iweala e racconta con potenza espressiva e visiva ed una solida regia le vicissitudini del piccolo Agu (uno straordinario Abraham Attah), da risoluto adolescente nel suo piccolo villaggio a bambino-soldato alla stregua del battaglione ribelle che ha razziato e assassinato i suoi familiari.
Ispirandosi esplicitamente alla struttura narrativa di capolavori del genere come Apocalypse Now di Coppola e La Sottile Linea Rossa di Malick, Fukunaga racconta la discesa agli inferi e nell’età adulta di Agu grazie a immagini potentissime (su tutte il battesimo del fuoco dell’assassinio a sangue freddo perpetrato e coadiuvato del “Generale” interpretato da Idris Elba) e a efficaci monologhi introspettivi che non fanno che acuire il senso di perdizione della bussola morale dell’appena adolescente Agu, alle prese con una realtà troppo terrificante da sembrare vera; nei suoi riflessivi silenzi, Agu invoca le uniche due persone capaci (forse) di salvare la sua anima dal male che lo circonda e che lo lascia senza scampo: Dio e la perduta madre.
Primo lungometraggio completamente distribuito dal colosso dello streaming on demand Netflix, “Beasts of No Nation” conferma il talento del cineasta statunitense regalandoci un potente affresco di denuncia di una realtà troppo terrificante per risultare vera: l’odissea distorta di Agu è il manifesto messo per immagini di una adolescenza rubata alla guerra nel cuore dell’Africa centrale, di una terribile storia di un futuro negato che non ha nazione ma che continua a perpetrarsi sotto gli occhi indifferenti delle civiltà occidentali.
VOTO: 3/5



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