15.12.15

A Star Is Born: Brie Larson

Di Gabriele La Spina

Quello di Brie Larson è uno di quei nomi che qualcuno di voi potrebbe percepire come uscito fuori dal nulla, e che oggi sta facendo incetta di nomination e di premi con la sua acclamata performance in Room. Colei che potremmo definire l'indie girl del Cinema americano, ha mosso i suoi primi passi fin da piccolina con ruoli minori i vari blockbuster, ma è solo nel 2009 che arriva il ruolo che la rende più popolare.

Viene scelta per interpretare la figlia di Tara Gregson, una donna affetta da disturbo della personalità (interpretata da una strepitosa Toni Collette), in una serie tv prodotta da Steven Spielberg che da lì a poco avrebbe dato il via all'era delle star hollywoodiane in TV. La serie fa incetta di premi, e Brie comincia ad essere notata e dimostra un grande talento per i ruoli drammatici di stampo indie. Finita la messa in onda di United States of Tara nel 2011, la Larson continua la sua scalata passando dai soliti ruoli di supporto in pellicole commerciali e non, ma è nel 2013 che arriva il ruolo giusto per cui verrà finalmente abbracciata dalla critica cinematografica.

Si tratta di un film indie, Short Term 12, dove Brie interpreta il supervisore di un centro per adolescenti in difficoltà, divorata dai fantasmi del suo passato, offre al pubblico la sua prima intensa interpretazione da far invidia alle colleghe più navigate. I circoli della critica la adorano ma il film è fin troppo piccolo per arrivare agli award più "pesanti" come i SAG, i Globe e gli Oscar, e la Larson non è abbastanza popolare. Passano gli anni e Brie si ritaglia ancora piccoli ruoli in qualche serie TV, o in sala al fianco di Jessica Lange e Mark Wahlberg nel poco conosciuto The Gambler (2014), il periodo sabbatico le ha giovato però e viene scelta per l'adattamento del fortunato romanzo di Emma Donoghue, Room, diretto da Lenny Abrahamson. Il tema del film di estrema attualità racconta di una donna che vive segregata in una stanza insieme al figlio ignaro di tutto, da un uomo. Il film viene acclamato ai prestigiosi festival di Telluride e Toronto e da lì in poi inizia la strada verso gli Oscar di Brie. Ottiene la sua prima statuetta ai Golden Globe, e agli Screen Actors Guild, insieme a tanti altri riconoscimenti. Brie Larson, la ragazza che si ritagliava piccoli ruoli invisibili in commedie commerciali, in varie serie tv per sbarcare il lunario, la stessa Brie che ha scelto di prestare il suo volto al Cinema indipendente prima di tutto, vince l'Oscar come miglior attrice protagonista.

Ottimi titoli, che non eguagliano il successo di Room, arrivano per l'attrice. Partecipa a Free Fire di Ben Wheatley e al giocattolone Kong: Skull Island. Qualche buco nell'acqua come The Glass Castle, non fa perder d'animo la Larson, che i contemporanea presenta a Toronto il suo coraggioso debutto alla regia Unicorn Store. Nel futuro sarà Capitan Marvel nel cinecomic, uno step ormai rituale per ogni attore, e per la Larson sarà di certo una parentesi nella costruzione di un'interessante carriera.