Di Simone Fabriziani
Altro che Processo di Norimberga.
Il più grande evento mediatico che ha coinvolto lo smascheramento e il conseguente processo per crimini contro l'umanità nei confronti dei gerarchi nazifascisti è avvenuto con quello che i mass media del tempo avevano definito come "il processo del secolo": quello intentato nei confronti di Adolf Eichmann, responsabile di molti dei crimini perpetrati nell'infausta campo di concentramento di Auschwitz.
Il discreto film diretto da Paul Andrew Williams ne racconta i retroscena produttivi e televisivi della messa in onda che ha cambiato per sempre l'opinione pubblica mondiale sull'Olocausto a partire dal lontano 1961.
Gettando le basi della narrazione filmica con il confronto, prima amichevole e professionale ma poi sempre più conflittuale, tra i due protagonisti del retroscena più inedito del "processo del secolo", Williams costruisce un dignitoso e rispettoso omaggio ad un modo di fare, concepire e pensare la TV come strumento di diffusione di cultura, informazione ed educazione in massa; la pellicola diventa sostanzialmente un apologo al grande giornalismo televisivo di una volta, pregno di significati e nuovo "vate" del risveglio delle coscienze mondiali in un periodo, quello dei difficoltosi Anni 60, in cui l'ombra del nazismo e dell'intolleranza erano ancora un ricordo non troppo lontano.
Il dinamismo della narrazione si risolve sui due protagonisti, coraggiosi e determinati giornalisti che hanno rischiato le proprie vite per portare alla coscienza internazionale, per la primissima volta attraverso le asettiche immagini in bianco e nero del televisore, l'orrore dell'Olocausto: l'intraprendente producer statunitense Milton Fruchtman (un misurato Martin Freeman) e l'ex regista di documentari britannico (ma di fede ebraica) Leo Hurwitz (un grande Anthony LaPaglia); sarà la loro determinazione e lungimiranza a produrre la prima diretta televisiva ad essere seguita da più dell'80% della popolazione tedesca del periodo e che fece scalpore per la crudezza delle immagini delle angherie perpetrare sulla comunità ebraica dal crudele giogo nazista. Dopo il processo ad Adolf Eichmann trasmesso nelle TV di tutto il mondo nel 1961, la parola Olocausto assume i toni drammatici della grande tragedia del XX secolo per eccellenza.
Nonostante la pellicola di Williams risulti a volte fin troppo didascalico e dal taglio poco cinematografico, sono incontrovertibilmente potenti le immagini di repertorio del processo del 61 che si intervallano con quelle della ricostruzione filmica; la schiacciante vittoria della memoria e dell'orrore della Storia che neanche il mezzo cinematografico può e vuole raccontare a suo modo.
Per non dimenticare. Mai.
VOTO: 3/5