Di Daniele Pulcini Ambrosini
Il colosso dello streaming Netflix ha iniziato a produrre contenuti originali per i suoi
utenti nel 2012 riscuotendo fin da subito un discreto successo in ambito
televisivo con serie come Orange Is The
New Black e House Of Cards, che
oltre ad ottenere il consenso della critica hanno anche guadagnato numerose
candidature e qualche premio agli Emmy e ai Golden Globe, sebbene nessuna serie
Netflix abbia ancora vinto il premio principale di categoria. Infatti al momento
solo due serie distribuite via web sono riuscite nell’impresa, Transparent e Mozart In The Jungle entrambe prodotti targati Amazon, trionfatori
ai Globe nella categoria comedy or musical. Se da un lato quindi l’investimento
nelle produzioni originali di stampo seriale è risultato fruttuoso in termini
di premi, per il cinema qualcosa nell’anno del lancio del progetto è andato
storto.
Va detto che la piattaforma al momento vanta un premio
Oscar vinto per il corto documentario The
Lady In Number 6 ed ha inoltre collezionato 4 candidature per il miglior
documentario, due delle quali solo quest’anno con What Happened, Miss Simone? e Winter
On Fire: Ukraine’s Fight For Freedom. Però quest’anno Netflix ha anche
inaugurato la sua sezione di lungometraggi originali con il film Beasts Of No Nation di Cary Joji Fukunaga, già regista di True Detective per HBO, con
protagonisti il giovane Abraham Attah
e Idris Elba, presentato e premiato
al festival di Venezia 2015.
Il film ha usufruito di una doppia distribuzione poiché
disponibile in streaming dallo stesso giorno della sua uscita nei cinema. Forse
proprio questo è stato il problema del war-movie di Fukunaga perché alcune
delle più importanti catene di cinema degli USA considerando la distribuzione
sulla piattaforma streaming una violazione del tradizionale lasso di tempo di
90 giorni che garantisce l’esclusiva ai cinema, forse per non intaccare i
propri guadagni, hanno deciso di boicottare la pellicola che alla fine si è
ritrovata sostenuta da una sola catena, la Landmark, che ha distribuito il film
in 19 delle sue sale, aggiungendo gli altri cinema che hanno proiettato la
pellicola si arriva ad un totale di 31 sale in tutto il paese sparse in 30
diverse città. Con quella che è a tutti gli effetti una limited release Beasts Of
No Nation ha avuto poca visibilità in sala, facendo flop al boxoffice con un
incasso di 50,699 dollari al primo weekend ed un misero totale di 90,777
dollari a fine corsa. Non c’è dubbio che i numeri per lo streaming siano più
rassicuranti, ma Netflix non rilascia i dati relativi alle visualizzazioni
sulla sua piattaforma. La scarsa visibilità ed il fallimento al boxoffice non
devono aver aiutato il film durante la stagione dei premi, infatti non è
arrivata nessuna candidatura agli Oscar e l’assenza di Elba tra i candidati è
stata forse l’esclusione più assurda di quest’edizione (sebbene la categoria
fosse affollata) ed è stato uno dei principali cavalli di battaglia della
protesta #OscarSoWhite.
