IL CACCIATORE E LA REGINA DI GHIACCIO- La Recensione

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Di Simone Fabriziani
Una perfida regina arrivista, che brama di possedere il mondo conosciuto; una sorella emotiva, meno determinata, accecata dall’amore.
Un antico amore fraterno spezzato dalla perdita di un figlio e da un cuore infranto divenuto gelido come le terre che abiterà Freya, la sorella della perfida Regina Ravenna, per sfuggire al dolore e per forgiare un esercito di leali cacciatori ubbidienti al suo solo comando.
Il resto è storia, quella ri-adattata e ripensata per un pubblico post-Il Trono di Spade della fiaba immortale di Biancaneve diretta nel 2012 da Rupert Sanders e che vedeva nel ruolo titolare la tanto discussa Kristen Stewart.
A quattro anni di distanza dal primo capitolo, arriva dunque un curioso ibrido cinematografico, in cui c’è di più.

Perché un ibrido?
Forse perché è raro di questi tempi dominati da sequel, prequel e spin-off vendere una pellicola che funziona contemporaneamente sia come seguito diretto del capitolo precedente, sia come prequel che racconto di accompagnamento collaterale alla storia di Biancanenve.
Ma qui non c’è più il volto di Kristen Stewart a donare forma e ritratto sul grande schermo della “principessa” più iconica del mondo delle fiabe, tutta l’azione si sposta invece nelle gelide terre del Nord del Regno dominate dalla glaciale Freya, Regina di Ghiaccio, padrona e addestratrice di una potente cerchia di Cacciatori il cui unico voto è quello di cadere mai nella trappola dell’amore; accadrà invece ai cacciatori Eric e a Sara, in missione nelle terre del Sud per recuperare per Freya il magico specchio delle brame di Ravenna, sconfitta (?) anni addietro dall’esercito di Biancaneve, che ha ristabilito pace in tutto il Regno.

Diretto con mano anonima e senza ispirazione dal francese Cedric-Nicolas-Troyan  (candidato all’Oscar nel 2013 per gli Effetti Visivi del precedente capitolo Biancaneve e il Cacciatore e qui al suo primo lungometraggio dietro la macchina da presa), il film è un corollario fantasy in cui si può trovare di tutto: dai nani agli elfi del bosco fino a degli improbabili troll; omaggio ad un certo cinema di genere degli ultimi anni? Intelligente e divertita pellicola dai toni favoleggianti?
Macché. 
In una esile narrazione in cui neanche un nutrito cast di fuoriclasse riesce risollevarne le sorti, il secondo capitolo della “saga di Biancaneve” non riesce a trovare (cosi come il suo discutibile predecessore) il giusto tono tra commedia e dramma, tra ironia e momenti di improbabile serietà; e non basta ravvivare (o sfruttare?) la storia della Regina di Ghiaccio (una qui impacciata Emily Blunt) per sollevare l’interesse dello spettatore, intrappolato in un brodoso collante di storie d’amore non corrisposte (la coppia Chris Hemsworth e Jessica Chastain ai minimi storici) e duelli di magia oscura tra due sorelle ambiziose di potere.
Alla fine dei giochi, ciò che realmente rimane intatto sotto una fredda coltre di ghiaccio è la gustosa seconda volta della bellissima e perfida Charlize Theron nei panni della Regina Ravenna, che pare divertirsi veramente tanto sotto sfavillanti abiti color oro. Ma non basta.
Per chi ha apprezzato il capitolo precedente e per i fan di Charlize Theron, ancora una volta una spanno sopra tutti, anche sopra esperte interpreti come Emily Blunt e Jessica Chastain.
VOTO: 2/5