Di Simone Fabriziani
Conoscete il suo nome. E conoscete anche i precedenti quattro capitoli dell'anti-action hero Jason Bourne, aka Matt Damon, di estremo successo sia al box office che presso la critica internazionale.
Il prossimo Giovedi 1 Settembre sbarca nelle sale italiane il quinto capitolo della fruttuosa serie action, diretta per la terza volta dal britannico Paul Greengrass.
Riprendiamo le fila della trama da dove ci eravamo fermati in The Bourne Ultimatum (a parte è da considerare il quarto capitolo The Bourne Legacy, una sorta di espansione dell'universo narrativo della seri con protagonista Jeremy Renner): Jason Bourne ha finalmente scoperto la sua vera identità, ma ora vuole la vera storia dietro il suo allenamento decennale da letale sicario per la CIA, ma soprattutto: chi è il padre di Jason? E perché il suo ruolo è cosi importante nella formazione del giovane killer addestrato dalla CIA e che non fa altro che fuggire dall'organizzazione internazionale ( e da sé stesso)?
Queste e molte altre domande trovano risposta in questo concitato ed adrenalinico quinto capitolo della action series.
Perché se c'è un aspetto in cui la saga del killer in fuga non ha mai deluso è lo spettacolo di adrenalina che ha sempre offerto allo spettatore; e Paul Greengrass è uno degli indiscussi maestri contemporanei della costruzione narrativa della tensione e della azione (basti ricordare due suoi titoli acclamati e premiati in tutto il mondo come United 93 del 2006 e Captain Phillips del 2013); è grazie soprattutto al lavoro del regista britannico che il quinto capitolo di Bourne si eleva a grande spettacolo d'azione e grande lezione di montaggio cinematografico (del resto il suo "The Bourne Ultimatum" aveva guadagnato tre Oscar tra cui uno al montaggio di Christopher Rouse, qui curiosamente anche co-sceneggiatore del film assieme a Greengrass.
Certo è che ci si aspettava, anzi si pretendeva di più dagli intrecci narrativi questa volta, proprio ora che il Bourne di Damon era sulla strada giusta per ricomporre il puzzle infinito della sua misteriosa vita passata; e non bastano gli eccellenti Premi Oscar Tommy Lee Jones e Alicia Vikander per risollevare la baracca da una serie cinematografica che, pur continuando a stupire lo spettatore per i concitati e mirabolanti inseguimenti sul filo del rasoio, inizia a puzzare di ripetitivo stantio.
Ma rimane tuttavia il grande piacere di aver visto l'ennesima, ottima prova di action movie making da parte di Greengrass.
(Fin) troppo fine a sé stesso.
VOTO: 3/5