21.9.16

In Memoriam: CURTIS HANSON (1945-2016)

Di Simone Fabriziani

A soli 71 anni, oggi ci ha lasciato nella sua casa a Los Angeles per complicazioni dovute al morbo di Alzheimer il regista Premio Oscar Curtis Hanson, autore di drammi oscuri e storie di criminalità che hanno irrimediabilmente segnato il cinema degli Anni 90.
L'esordio alla regia di Hanson è del 1972 con lo psico-thriller "Sensualità morbosa", a cui sono seguiti altrettanti film di genere dal successo discreto, sui cui va citato il revenge-movie "La mano sulla culla" del 1992.

Tre anni dopo il primo, grande successo di pubblico per Hanson, che lascia il thriller e si abbandona alla tensione avventurosa nel tesissimo The River Wild- Il fiume della paura con Meryl Streep e Kevin Bacon. Due anni dopo arriva la consacrazione definitiva con l'Oscar alla Miglior Sceneggiatura Non Originale (coadiuvato con Brian Helgeland) del capolavoro del cinema noir post-moderno L.A.Confidential, che regala la statuette anche alla inedita "femme fatale" Kim Basinger:


Il successo di pubblico e critica continua per Hanson nel 2000 con il pregevole dramma tratto dal romanzo omonimo di Michael Chabon Wonder Boys che regala svariate candidature al protagonista Michael Douglas e un Oscar, meritatissimo, alla Canzone Originale "Things Have Changed" scritta e musicata dalla leggenda Bob Dylan:


Sarà nuovamente una leggenda musicale contemporanea a suggellare il successo di pubblico ascendente di Curtis Hanson; nel 2002 il film 8 Mile racconta con spietata onestà intellettuale ed artistica la vita di eccessi e dolori del cantautore rap di culto Eminem che alla cerimonia di premiazione dell'anno successivo vince l'Oscar per la Miglior Canzone Originale per la classica "Lose Yourself":


Dopo l'exploit di "8 Mile" il successo di pubblico e critica per Curtis Hanson non sarà più lo stesso, ma rimane tuttavia l'eredità duratura di un cineasta che ha pervaso la sua filmografia di racconti di vite al limite, di micro e macro criminalità, di piccoli e grandi uomini alle prese con una vita difficile da saper affrontare a testa alta, ma con la speranza sempre tenue di potercela fare, nonostante tutto. Basta sapersi perdere, come diceva Eminen nel suo unico, indelebile ruolo da protagonista sul grande schermo.