19.9.16

Let's Celebrate Paulson: Le migliori performance di Sarah Paulson


Di Gabriele La Spina

Nello star system hollywoodiano sin dalla giovane età, sembra che il mondo dell'intrattenimento si sia accorto di lei soltanto adesso, giunta all'età di 41 anni. Sarah Paulson è uno di quei talenti vissuti nell'ombra con brevi ruoli di supporto, soprattutto nel panorama televisivo, diventata poi popolare nel grande pubblico dopo aver preso parte alla serie antologica targata FX sugli stereotipi della cultura horror: American Horror Story.

Oggi con un Emmy tra le sue mani, grazie a una performance trasformativa che l'intera comunità artistica ha riconosciuto, la Paulson vive un periodo d'oro della sua carriera, affermatasi nel campo televisivo. Seppur in questi anni abbia preso parte a pellicole di grande successo come 12 anni schiavo e Carol, i ruoli alquanto microscopici non le hanno permesso di ottenere la notorietà necessaria da affermarsi come attrice cinematografica. Oggi la televisione sembra la seconda patria dei grandi talenti, che siano registi, sceneggiatori o attori non fa alcuna differenza. Possiamo affermare con certezza che Sarah Paulson possiede un talento e un'intensità, accoppiata a una sagacia e brillantezza inusuale, da non invidiare a nessun altra collega.

Con l'augurio di assistere solo all'inizio di una lunga e sfavillante carriera, volgiamo lo sguardo indietro e discutiamo dei ruoli memorabili e dei punti chiave del percorso di Sarah Paulson. 

La fuga di Martha (Martha Marcy May Marlene, 2011)
Scritto e diretto da un esordiente Sean Durkin (regista del magnifico James White, 2015), la hit del Sundance, La fuga di Martha è un dramma che si rifà a fatti di cronaca terribilmente frequenti negli USA. Il film infatti racconta la storia di Martha (un'incredibile Elizabeth Olsen al suo debutto) una donna emotivamente debole che riesce a scappare da una comunità religiosa attestata nella campagna dello stato di New York e a fare ritorno a casa dove viene accolta dalla sorella Lucy (interpretata da Sarah Paulson). Martha fa di tutto per cercare di integrarsi nuovamente nella società e per gestire gli effetti del lavaggio del cervello cui era stata sottoposta, ma i ricordi scatenano in lei paure e paranoia. In una pellicola delicata quanto disturbante, la Paulson si destreggia interpretando con efficacia ed intensità il ruolo della sorella, ed è protagonista di diverse scene di grande tensione emotiva. 

Mud (2012)
Una pellicola suggestiva del bravissimo Jeff Nichols, che racconta le vicende del giovane Ellis, un ragazzino quattordicenne che, in giro con l'amico Neckbone, incontra casualmente, in un piccolo isolotto sul Mississippi, Mud (un magnifico Matthew McCounaghey), un fuggitivo con un dente in meno, un serpente tatuato sul braccio e una pistola sempre pronta all'uso. Nonostante sulla testa di Mud pendano una taglia che fa gola a tanti e un mandato di cattura che motiva le forze dell'ordine a spingersi anche oltre la legge, Ellis si aggrappa a lui nel disperato tentativo di rifuggire le tensioni quotidiane della sua famiglia. In un film di impostazione corale come Mud, la Paulson emerge ancora una volta, nel ruolo deglamorized di Mary Lee. 

12 anni schiavo (2013)
Vincitore di 3 Oscar nel 2014, tra cui quello per la miglior pellicola, il magnifico film di Steve McQueen è ambientato nella New York, 1841, dove Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), un giovane afroamericano, viene avvicinato da due uomini che si fingono promotori di un circo interessati alle sue abilità da violinista. Dopo essere stato condotto con l'inganno fino a Washington, picchiato e drogato, Solomon viene venduto come schiavo da impiegare nelle piantagioni di cotone in Louisiana. Da quel momento il suo calvario durerà 12 anni, durante i quali passerà di padrone in padrone. Dalla tenuta del buon William Ford (Benedict Cumberbatch) a quella dell'aggressivo, cinico e alcolizzato Edwin Epps (Michael Fassbender), Solomon conoscerà un mondo di violenze, stenti, duro lavoro, umiliazioni e condizioni di vita al limite delle umane possibilità, dal quale sarà salvato grazie ad un incontro fortuito. Qui la Paulson interpreta lo scomodo personaggio di Mistress Epps, in maniera tanto convincente da rubare più volte la scena alla co-star Lupita Nyong'o, al contrario vincitrice della statuetta per la miglior attrice non protagonista. Una performance notata da molti, ma non dagli Academy, e dal circuito degli award in generale. 

American Horror Story (2011-2016)
Ormai presenza fissa della saga horror di Ryan Murphy, la Paulson si è affermata come musa del regista e creatore della serie, ricoprendo i ruoli più disparati e differenti tra loro: quello della sensitiva Billie Dean Howard, della strega Cordelia, delle gemelle siamesi Bette e Dot, del fantasma Sally, ma è il ruolo (ad oggi più apprezzato dalla stessa attrice) di Lana Winters, nel secondo capitolo della serie intitolato Asylum, ad essere il più iconico tra quelli interpretati finora. Fronteggiando una mastodontica Jessica Lange, nel ruolo della malefica Suor Jude, la Paulson porta lo spettatore dalla sua parte, trascinata in un'agghiacciante epopea che ha come sfondo un manicomio degli anni '60, colpisce per la sua grande intensità e audacia senza eguali.

Il caso O.J. Simpson (2016)
Dopo ben 6 nomination al premio Emmy, la Paulson ne esce finalmente vittoriosa grazie al suo vibrante e stupefacente ritratto del procuratore Marcia Clark, che fu inghiottita dal caso mediatico dell'omicidio commesso da O.J. Simpson, impersonando una versione femminile di Davide contro Golia, ma con un esito differente. Bersagliata dai media, e schiacciata dal peso dello stress generato da quello che fu definito il processo del secolo, la Paulson interpreta il ruolo di una donna di grande coraggio, ma soprattutto di una madre, illustrandone l'enormi fragilità all'ombra di un personaggio divorato dai media. La mini serie è basata sul libro "The Run of His Life: The People v. O. J. Simpson" scritto dall'avvocato e analista legale Jeffrey Toobin nel 1997: la mattina del 13 giugno 1994 vengono ritrovati i corpi di Nicole Brown Simpson e Ron Goldman, assassinati all'ingresso del condominio di Brown Brentwood. I sospetti cadono subito sull’ex marito della Brown: la star nella NFL e attore O. J. Simpson.