Le più grandi performance del 2016 che saranno snobbate dagli Oscar

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Di Gabriele La Spina

Con la fine di questo 2016 le nomination agli Oscar sono sempre più vicine, e si materializza sempre di più la certezza che come ogni anno l’Academy mieterà diverse vittime escludendo nomi validi dalle nomination. E’ pur vero che nessun anno come questo è stato tanto affollato e così tanto denso di grandi performance attoriali sgomitanti per una nomination in ogni categoria, da quelle dei protagonisti a quelle dei ruoli di supporto.
Quasi come una maledizione lo stesso articolo scritto un anno fa si è avverato, non essendo difficile predire le interpretazioni sicuramente snobbate dagli Oscar. Quest’anno alcuni nomi sembrano ripetersi. Chi per la poca notorietà, chi per una casa di produzione troppo piccola alle spalle incapace di fornire una forte campagna promozionale, questi illustri nomi che hanno convinto la critica in questo 2016 rimarranno purtroppo a bocca asciutta quando il prossimo gennaio verranno annunciate le nomination per il premio più prestigioso al mondo. Noi li vogliamo comunque omaggiare con questo articolo, sperando come sempre di sbagliarci.
Jake Gyllenhaal – Animali Notturni, Demolition 
Doveroso aprire questa lista con lui. Anno dopo anno gli Oscar hanno ripetutamente snobbato il povero Gyllenhaal nonostante le performance più che convincenti. In questo 2016 è stato protagonista di due grandi titoli. Il primo è Demolition di Jean-Marc Vallée, dove interpreta Davis, un banchiere di successo di New York, soffre dopo aver perso la moglie in un tragico incidente d’auto. Qui offre una delle sue performance più profonde e sfaccettate. Nonostante sia stato il film di apertura del Festival di Toronto 2015, la sua distribuzione ha deciso di relegarlo all’aprile di quest’anno “demolendo” ogni possibilità di concorrere agli Oscar. Il secondo titolo è ovviamente Animali Notturni, il piccolo capolavoro di Tom Ford. Il film è incentrato sulla storia di Susan che riceve dall’ex marito un manoscritto su cui l’uomo vuole un’opinione. In quello che potrebbe essere un futuro libro pubblicato si racconta la storia di una vacanza familiare destinata a trasformarsi in qualcosa di violento e letale. Mentre si lascia prendere dallo scritto, Susan si ritrova a ricordare il suo primo matrimonio e ad affrontare alcune oscure verità che la riguardano. Con il film di Ford, Gyllenhaal si conferma ancora una volta uno dei migliori interpreti della sua generazione, in barba alle mancate nomination agli Oscar, che con grande pazienza prima o poi arriveranno.
Viggo Mortensen – Captain Fantastic
Presentato al nostro Festival di Roma proprio quest’anno e approdato nelle sale americane la scorsa estate, Captain Fantastic racconta le vicende della famiglia di Ben, libero pensatore e padre di sei figli, cresce i suoi ragazzi tra i boschi dello stato di Washington. Una mattina, un’emergenza familiare li costringe a lasciare in auto il piccolo paradiso in cui vivono per imbarcarsi in un viaggio attraverso il paese, durante il quale Ben realizzerà che le sue poco convenzionali idee sul modo di crescere i figli mal si adattano al mondo reale. Matt Ross dipinge un ritratto alla Wes Anderson dove è Mortensen a spiccare come mai prima d’ora. Purtroppo la concorrenza è molta anche nella categoria del migliore attore protagonista quest’anno, e la sua mancata presenza è altamente probabile. Quella di Mortensen è una performance sorprendente, capace di giocare su molteplici piani emozionali. 
Miles Teller – Bleed for This
L’esperienza ci insegna con gli anni che i film a tematica boxe portano sempre meno fortuna agli attori. Anche se le loro performance comportano un considerevole allenamento fisico, la sensazione di già visto è dietro l’angolo. In Bleed for This, il giovane talentuoso Miles Teller interpreta il pugile campione del mondo Vinny Pazienza. Dopo un incidente che gli era quasi costato la vita, Vinny non sapeva nemmeno se avrebbe potuto mai nuovamente camminare. Il suo, però, è stato uno dei rientri sul ring più incredibili e motivanti del mondo del pugilato. Le recensioni della critica americana sul film non sono stato affatto magnanime, ma la performance di Teller ha convinto tutti. Dalla sua non ha dicerto lo star power necessario per poter sopravvivere nell’awards season nonostante una brutta pellicola alle spalle, è quindi ovvio che non arriverà alle nomination. 
Colin Farrell – The Lobster
Presentato al Festival di Cannes 2015 per poi essere approdato subito dopo nelle nostre sale, il capolavoro di Yorgos Lanthimos è approdato nei cinema americani solo quest’anno. La critica americana lo ha amato tanto quanto quella europea, e il regista greco è riuscito ad affermarsi in poco tempo raccogliendo i consensi per poter girare un nuovo film in lingua inglese. The Lobster è ambientato in un futuro distopico, a causa delle leggi in vigore le persone single vengono arrestate, trasferite in un hotel e obbligate a trovare un compagno nell’arco di 45 giorni. Qualora ciò non accada, i single vengono trasformati in un animale di loro scelta ed abbandonati nelle foreste. In questo contesto, un uomo disperato sfugge dall’albergo e si rifugia nel bosco, dove vivono i Solitari, e si innamora, infrangendo ogni regola. Colin Farrell offre la migliore performance della sua carriera, in un ruolo forse fin troppo border-line per poter rientrare negli standard degli Academy.
Isabelle Huppert – Elle 
La categoria in assoluto più affollata di questa awards season è indubbiamente quella della miglior attrice protagonista. Tantissime le performance riconosciute dalla critica americana quest’anno ampiamente meritevoli di riconoscimento, e quindi quali teste salteranno? Viene facile pensare che la magnifica attrice francese Isabelle Huppert possa soffrire del muro linguistico per la sua acclamata performance nel film Elle di Paul Verhoeven. La Huppert interpreta Michèle, una donna in carriera, che viene aggredita in casa da uno sconosciuto. Rifiutando di dare eccessivo peso all’accaduto, Michèle gestisce i problemi della madre settantacinquenne, del figlio viziato e immaturo, dell’ex marito e dell’amante, con lo stesso gelido e imparziale distacco. Quando però l’assalitore sembra non aver ancora finito con lei, Michèle decide di instaurare con lui una sorta di pericoloso gioco del gatto col topo che finirà presto fuori da ogni controllo. Ironica, sensuale e dallo stile unico la Huppert, mai nominata all’Oscar, si conferma come una delle più grandi interpreti viventi del panorama mondiale cinematografico.

Rebecca Hall – Christine
Piccolo caso del circuito indipendente di quest’anno è il film di Antonio Campos. Nel 1974 la giornalista televisiva Christine Chubbuck aspira ad alti standard di vita e amore a Sarasota, in Florida. Fallire per lei non è un’opzione da tenere in considerazione e divenire famosa sarà come una missione da portare a termine, anche a costo della vita stessa. Solitamente in sordina nei più disparati ruoli di supporto, la Hall offre la performance di una carriera, rendendo altamente convincente il suo personaggio, alterna toni di grande fragilità e oscurità. Un nome, quello della Hall, purtroppo misconosciuto per poter fronteggiare i pesi massimi in lotta per una nomination in questa stagione dei premi.
Molly Shannon – Other People
David, uno scrittore di commedie non ancora realizzato e reduce dalla rottura con il fidanzato, si trasferisce a Sacramento per aiutare la madre malata. Vivendo con il conservatore padre e le sorelle più piccole, David si sente come un estraneo nella sua stessa casa. Mentre le condizioni della madre peggiorano, David cerca di convincere gli altri e se stesso di star facendo la cosa giusta. Sorprendente come non mai, Molly Shannon regala un’interpretazione senza eguali, divertente ma drammatica al tempo stesso. Non ci sarebbe da stupirsi se riuscisse a conquistare i premi di diversi circoli della critica nei prossimi mesi, dopo aver conquistato i cuori di gran parte del pubblico dei festival autunnali. 
Anya Taylor-Joy e Kate Dickie – The Witch
Vedere le due protagoniste del capolavoro horror di Robert Eggers, nominate in un qualunque award di questa stagione sarebbe puramente utopico. Eppure Anya Taylor-Joy e Kate Dickie, nel ruolo di madre e figlia, hanno dominato la scena in The Witch, lasciando a bocca aperta il pubblico fin dal suo debutto al Sundance Film Festival. New England, XVII secolo. William e Katherine conducono una devota vita cristiana insieme ai loro cinque figli in una zona ai margini dell’impraticabile deserto. Quando il loro figlio neonato svanisce e il raccolto va a male, la famiglia comincia a disintegrarsi e tutti finiscono con il darsi addosso a vicenda. Il vero pericolo però è il male sovrannaturale che si nasconde nel vicino bosco. Se Kate Dickie ha una più lunga esperienza alle spalle, per Any Taylor-Joy si tratta del suo ruolo d’esordio. Le due si scontrano, in un duello tra fede e scetticismo come nella migliore delle pièce teatrali, regalano uno dei migliori (benché peggiori) rapporti madre figlia madre figlia visti sul grande schermo. 
Altre performance degne di nota: Rachel Weisz in The Lobster e Denial, Nate Parker in The Birth of a Nation, Laura Linney in Animali Notturni, Christopher Walken in The Family Fang, Naomi Watts in Demolition, Susan Sarandon in The Medler, Sally Field in Hello, My Name Is Doris, Emily Blunt in La ragazza del treno, Gael García Bernal in Neruda.
Quale grande performance del 2016 manca all’appello di quelle che sicuramente gli Oscar non nomineranno? Ditelo nei commenti!