20.2.17

T2 Trainspotting - La recensione

Di Simone Fabriziani

Stessa squadra non si cambia, il regista britannico Premio Oscar Danny Boyle era stato molto chiaro anni fa sulla possibilità di rivedere sul grande schermo le avventure degli irresistibili misfits scozzesi protagonisti del cult degli anni '90 Trainspotting. A venti anni esatti dal primo, irrinunciabile capitolo arriva come una promessa l'impensabile sequel. Ma sarà una promessa mantenuta?
Dopo due decadi dalla proverbiale fuga col bottino del film originario, Mark Renton (Ewan McGregor) torna in Scozia dopo una delusione amorosa (o forse per malcelata nostalgia?) e si imbatte nuovamente nei vecchi amici di sempre; ad aspettarlo ci sono ancora gli irresistibili Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Begbie (un intramontabile e vispo Robert Carlyle come non lo si vedeva da anni); ognuno alle prese con una vita che è andata inesorabilmente avanti, ma tutti con un unico pensiero: ora che Renton è tornato all'ovile, pretendono giustizia ed un equo risarcimento per il bottino rubato vent'anni prima.

Lontano dalla narrazione schizzata e sotto acido del primo capitolo cinematografico, T2 Trainspotting è una riflessione ben più amara sul tempo che passa e sulla malinconia; popolato dagli stessi volti degli stessi perdenti che abbiamo imparato ad amare già dal 1996, le rughe sui visi dei Renton, Sick Boy, Spud e Begbie si mescolano questa volta con i sentimenti di vendetta e rancore nei confronti del redivivo Mark Renton.

Divertente, a tratti esilarante, il secondo capitolo del film cult di Danny Boyle non mantiene però lo smalto che rendeva irresistibile il "Trainspotting" del 1996, questa volta troppo impegnato ad imbevere il sequel di tetraggine e filosoferie improbabili. Se il lupo perde il pelo ma non il vizio (e questo vale anche per i quattro protagonisti), lo stato mentale di una Scozia alla deriva alle prese con la distruttiva politica protezionista di Margaret Thatcher che si rifletteva specularmente in un gruppo di giovani spiantati alle prime armi con il mondo delle droghe, qui è soltanto un lontano ricordo che lo spettatore più affezionato rimpiange con amarezza e una punta di malcelato rammarico.
Oggi come ieri le cose non sono cambiate affatto? Non ne siamo poi cosi certi.

Per i nostalgici.


VOTO: 6.5/10