22.3.17

Slam - Tutto per una ragazza - La recensione

 Di Daniele Ambrosini

Uno degli argomenti più gettonati e discussi tra i cinefili italiani, e spesso anche dagli spettatori occasionali, è lo stato di salute del nostro cinema. Le opinioni su questo argomento sono spesso divergenti e inconciliabili. Se ne parla ma non se ne viene a capo: il cinema italiano è in salute? È rinato? Non è mai morto? Forse non c'è una risposta univoca, dei circa 120 film prodotti nel nostro paese ogni anno alcuni toccano vette molto alte, altri molto basse, molti si piazzano in un limbo dove, senza infamia e senza lode, vengono facilmente dimenticati; allora l'unica soluzione è analizzare caso per caso, così da capire quali siano i film in grado di renderci felici di essere italiani, anche al buio di una sala cinematografica. Per chi scrive nell'ultimo anno questi film sono stati Indivisibili e Slam - Tutto per una ragazza.

Di critiche a Slam ne sono state mosse parecchie, è un film che proprio nell'ottica appena esposta farà discutere molto: potrebbe essere considerato tra i picchi più alti del nostro cinema quest'anno, tra i più bassi o - peggio ancora - potrebbe passare in sala tra l'indifferenza degli spettatori. Perché con un film del genere bisogna andarci d'accordo, bisogna saperlo apprezzare per quello che è e non per quello che sarebbe potuto essere potenzialmente o - peggio ancora - per quello che si crede che sarebbe dovuto essere. Ogni anno ci sono almeno un paio di film per cui l'Italia tutta grida al miracolo e negli ultimi anni questo è successo per film di genere come Lo chiamavano Jeeg Robot, Veloce come il Vento e Smetto Quando Voglio - Masterclass, perché nel nostro paese il cinema di genere non aveva mai avuto le risorse necessarie per emergere e certi tipi di film semplicemente non si potevano fare, oggi invece ci si rende conto non solo che si possono fare ma anche che attirano il grande pubblico. Ma i film di De Angelis e Molaioli ci ricordano che in questa rivoluzione dei generi ci eravamo persi per strada i film di formazione, genere dalle grandi potenzialità che in Italia meriterebbe maggiore spazio. 

Il protagonista di Slam è Samuele, per gli amici Sam, un ragazzo di 16 anni con una grande passione per lo skate che, sebbene non sia particolarmente timido, è abbastanza introverso. Una sera la madre deve partecipare ad una festa dove potrebbe incontrare potenziali clienti per la sua nuova attività e chiede al figlio di accompagnarla, lui accetta riluttante, proprio a questa festa Sam incontra Alice. I due si piacciono e restano d'accordo di vedersi di nuovo. È l'inizio della loro storia d'amore, fatta di insicurezze, di prime volte ma anche di tanta ingenuità. Lei resterà presto incinta e contro il volere dei genitori deciderà di tenere il bambino.

La gravidanza adolescenziale non è più un tema interessante di per sè, infondo nessun film riuscirà a trovare lo stesso equilibrio di dramma e commedia che aveva reso Juno un film eccezionale. L'approccio di Slam è diverso da quello del film di Reitman ma anche da Piuma di Roan Johnson, in cui il tema era più centrale. Il film non parla propriamente di paternità ma usa questo espediente per raccontare le insicurezze di un sedicenne che si trova di colpo di fronte ad una realtà più grande di lui, che per la prima volta in vita sua deve pensare al suo futuro. La struttura stessa del film vuole essere uno specchio di questo spaesamento: nella seconda parte, infatti, ci sono alcuni flashforward presentati come sogni che catapultano Sam nel suo futuro, dove lui è un pesce fuor d'acqua; in questi frangenti, in un primo momento apparentemente slegati dalla narrazione principale, fuoriesce tutto il disagio e la voglia di essere all'altezza della situazione di Sam, personaggio pacato e spiritoso ma non privo delle insicurezze che caratterizzano la sua età.


Ludovico Tersigni e Barbara Ramella, i due giovani interpreti di Sam e Alice, fanno un buon lavoro nella costruzione dei propri personaggi: i loro caratteri sono agli antipodi e proprio su questo si basa la loro instabile storia d'amore; tutti gli altri personaggi sono di contorno: mentre i genitori di Alice sono dimenticabilissimi, Luca Marinelli riesce a rubare la scena nonostante il poco tempo sullo schermo (ridotto ad una manciata di scene), anche Gianluca Brocatelli nel ruolo dello "skater fattone" è credibile e divertente, ma la più grande sorpresa di Slam è Jasmine Trinca, per la prima volta alle prese con una commedia se la cava benissimo, anzi, il suo sorriso illumina lo schermo e la sua prova è di gran lunga la migliore del film; questa è l'ennesima prova che la Trinca è una delle migliori interpreti italiane e sarebbe ora di iniziare a riconoscerle qualcosa, chissà che questo non possa essere il suo lasciapassare ai prossimi David. Piccola menzione anche per i ruoli vocali di Tony Hawk necessari per entrare davvero nel mondo di Sam, un mondo fatto di incertezze e di cadute, dalle quali è obbligatorio rialzarsi.

I toni si mantengono lievi per tutta la durata del film, siamo di fronte ad un racconto di formazione che qua e là si fa favola e si fa sogno ma che alla fine è coerente con sè stesso e che imposta una narrazione originale e divertente grazie ad una struttura atipica che, checchè se ne dica, non appesantisce realmente il film ma semplicemente lo cambia in corso d'opera, come infondo cambia anche il protagonista. Slam imposta delle coordinate ma decide di arrivare a destinazione nel modo meno scontato possibile e soprattutto non si riduce ad essere un film di formazione con la pretesa di lasciare un messaggio o una morale, semplicemente racconta ed ogni tanto fa riflettere insieme ai propri giovani protagonisti che si interrogano su quale sia il loro posto ed il loro ruolo, come ogni racconto adolescenziale che si rispetti dovrebbe fare, con tutta la sana e necessaria ingenuità del caso. Ad una buona scrittura si aggiunge anche la regia delicata ed ordinata di Andrea Molaioli (già regista de La ragazza del lago e Il gioiellino) che conferisce al film l'impressione di essere perfettamente organico anche quando esso cambia completamente. 

Insomma, Slam - Tutto per una ragazza è un buon film di formazione, in equilibrio tra commedia elegante e dramma leggero che racconta senza troppe pretese un'età senza ricorrere necessariamente ai soliti cliché e senza operare forzature, un'età alla quale riesce a restituire una certa dignità che renderà il film perfetto per una sezione di pubblico che non sempre è stata rappresentata adeguatamente nel nostro cinema, e speriamo che la tendenza possa invertirsi. Ovviamente il film non è perfetto ma dovendo scegliere se andare alla ricerca di difetti o lasciarsi trasportare da un film con un'anima così grande, forse è meglio scegliere la seconda. 


VOTO: 8/10