Terzo capitolo televisivo per la miniserie antologica creata da Noah Hawley e già dal primo episodio si respira aria coeniana; se i due fratelli premi Oscar figurano soltanto come produttori esecutivi di Fargo, la loro ombra artistica si staglia in maniera prominente su ogni intelaiatura narrativa, su ogni personaggio.
In "The Law of Vacant Places" il Minnesota del 2010 è ritratto con il tradizionale manto nevoso che copre indistintamente le piccole e grandi tragedie dei variopinti protagonisti della terza stagione, qui introdotti in maniera efficacissima: la sciocca faida tra i gemelli Emmett e Ray Stussy è il propulsore narrativo delle più impensabili catene di ricatti e degli impulsi più istintivi e cinici dei protagonisti della serie.
Come da tradizione, anche al terzo capitolo per il piccolo schermo la ciliegina sulla torta sono i profili psicologici che disseminano il nevoso Minnesota: dai due gemelli cinici e litigiosi passando per una detective ligia al suo lavoro e con un figlioletto ed un padre burbero alle spalle, fino ad arrivare ad un viscido burocrate pronto a tutto pur di riscattare il prestito monetario versato da Ray Stussy alla sua "compagnia finanziaria". A collegare le vite dei vari personaggi un francobollo dal valore affettivo, una rapina finita male ed un assurdo omicidio.
Se gli occhi dei media erano tutti puntati su il doppio ruolo di Ewan McGregor, a rubare la scena nel primo episodio sono la detective portata sul piccolo schermo dalla Carrie Coon di The Leftovers e il viscido scagnozzo interpretato da un esilarante David Thewlis. Anche se la terza stagione sembra (almeno per ora) sempre più assomigliare ad una pellicola dei fratelli Coen e meno ad una creatura di Hawley, in contrapposizione ad una seconda stagione meno incisiva ma più libera dai legacci narrativi dell'universo del film del 1996.
VOTO: 8/10