11.4.17

La Scoperta - La recensione

Di Daniele Ambrosini

Netflix ha distribuito lo scorso 31 marzo in tutto il mondo La Scoperta, secondo film del regista indipendente Charlie McDowell. "La Scoperta" è un atipico film di fantascienza dalle movenze drammatiche, che imposta una storia interessante e trae delle conclusioni originali. A dispetto della fredda accoglienza riservata al film allo scorso Sundance Film Festival, si tratta di una buona opera seconda.
Il film si apre con un flashback: sei mesi dopo la scoperta della vita dopo la morte, lo scienziato responsabile de "la scoperta" Thomas Harbor decide di concedere un'intervista per tentare di contrastare l'elevato numero di suicidi. L'intervistatrice (interpretata dalla madre del regista, Mary Steenburgen) chiede se si senta responsabile proprio un attimo prima che uno degli operatori si suicidi in diretta. Quella sarà l'ultima apparizione pubblica di Harbor.
Sono ormai passati due anni dalla scoperta e Will, il figlio di Thomas Harbor, sta viaggiando su un traghetto diretto verso una piccola isola, qui incontra Isla. Will sta andando lì per raggiungere il padre e il fratello che, con sua grande sorpresa, hanno acquistato un vecchio edificio e fondato quella che lui definisce "una specie di setta" dove viene dato un impiego ad aspiranti suicidi affinchè abbiano uno scopo per restare vivi. Will va sulla spiaggia a guardare il mare quando nota Isla che tenta di suicidarsi e decide di salvarla, convince il padre ed il fratello ad accettarla con loro, e Thomas si trova subito in sintonia con lei, tanto da ammetterla nel ristretto gruppo di persone che potranno sapere quale sia il prossimo passo della sua ricerca: scoprire l'aspetto dell'aldilà.


Le conclusioni a cui giunge questa ricerca e le modalità con cui viene condotta sono interessanti e mai banali, ma il film si occupa solo in parte dell'aspetto fantascientifico della trama, l'aspetto alla base del film è il rapporto tra Will e Isla. E forse proprio nell'aspetto umano lo script di McDowell è un po' più carente, soprattutto nel finale un po' semplicistico e sbrigativo che vede la risoluzione della trama legata ad Isla. A dare il volto a questi due personaggi ci sono una Rooney Mara sempre bravissima ed un ottimo Jason Segel, che dopo aver abbandonato il mondo della comedy con il bel The End of the Tour di James Pensoldt, si riconferma un attore drammatico di spessore e talento. Ad affiancarli un mai realmente incisivo Robert Redford e il sempre più lanciato Jesse Plemons, ex star di Breaking Bad ed ottimo interprete di Other People.

Escluso lo sviluppo del rapporto tra i due protagonisti ed il finale non proprio soddisfacente, un ulteriore limite è individuabile in un ritmo non uniforme; infatti dopo un inizio folgorante il film perde di intensità per recuperare nella parte centrale e destabilizzare alla fine. Peccato, perchè dalla sua il film ha delle buone interpretazioni, una regia ordinata ed efficace ed un'ottima costruzione scenica che lo rendono nel complesso un film meritevole. Per Netflix si tratta di un buon risultato, infatti se la sezione dedicata alle serie originali sta ottenendo riconoscimenti unanimi, quella dedicata ai film - inaugurata lo scorso anno con l'ottimo Beasts of No Nation di Cary Fukunaga - fatica ad ottenere la giusta considerazione nonostante pellicole notevoli come Tallulah e, appunto, La Scoperta.


VOTO: 7/10