La quarta stagione della fortunata serie HBO riconferma la genuinità di Silicon Valley e della sua visione d'insieme, perché non solo questa stagione è all'altezza delle precedenti, ma si integra perfettamente in un disegno più ampio che siamo sicuri arriverà a compimento in modo più che soddisfacente in un paio di anni al massimo. Mike Judge e gli altri autori hanno messo sotto pressione i propri personaggi, inventando per loro situazioni sempre più scomode e complicate, spingendoli decisamente fuori dalla propria comfort zone e prendendosi anche qualche rischio, ma senza rinunciare al tocco spensierato e alla leggera ironia che ha caratterizzato tutta la serie fin dal primo momento.
La storia riprende con la Pied Piper costretta a reinventarsi tramite l'applicazione per videochat sviluppata da Dinesh, con Richard sempre più sconsolato per il fallimento del suo progetto ma pronto a rimettersi in piedi e a riprendere le redini della società grazie ad una nuova idea che potrebbe rivoluzionare per sempre il mondo di internet, ma per farlo avrà bisogno dell'aiuto della sua nemesi: Gavin Belson. La stagione va incontro a molti colpi di scena e cambiamenti piuttosto rilevanti nel corso dei dieci episodi, perciò è meglio non rivelare troppo per permettere a chi ancora non la avesse vista di godere a pieno di questa sorprendente stagione.
In realtà forse rispetto alle annate precedenti manca una certa unità narrativa, certo tutto risulta ancora incredibilmente scorrevole e coeso, ma mai come in questa stagione si sono accavallate e alternate diverse linee narrative principali. Tutto questo però nasce dalla volontà degli autori di spingersi oltre rispetto a quanto detto nelle precedenti stagioni, donando lo spazio necessario ad ogni personaggio per emergere e percorrendo strade nuove. Alla fine la stagione porta avanti una interessante ed inaspettata riflessione sulla cosiddetta "zona grigia", i nostri protagonisti sono spinti - in più di un paio di occasioni - al limite della moralità, sono costretti a chiedersi fino a dove sono disposti a spingersi per ottenere ciò che vogliono e, soprattutto, cosa vogliono davvero. E non è facile inserire una riflessione così sottile all'interno di una serie di stampo comedy, ma Silicon Valley non è certo priva di un adeguato contraltare drammatico alle avventure del sempre più sfortunato team della Pied Piper, nonostante mantenga sempre uno stile leggero e pacato, e questo è merito di una scrittura attenta e misurata che sicuramente conquisterà almeno una candidatura ai prossimi Emmy.
Chi ha amato le stagioni precedenti troverà pane per i suoi denti, sebbene i primi episodi possano lasciare un po' spiazzati per via del tono un po' più disilluso del solito, chi invece non l'avesse ancora vista ha una buona scusa per recuperarla in vista dei prossimi Emmy, dove potrebbe diventare un serio contendente. Qualche difetto c'è (per esempio l'uscita forzata di T.J.Miller, interprete di Erlich, per via dei suoi impegni cinematografici) e sicuramente non siamo davanti alla stagione migliore dello show HBO, ma probabilmente si tratta della stagione più coraggiosa.
VOTO: 8/10