15.9.17

Tom Hardy - L'antieroe del cinema nei suoi ruoli chiave

Di Gabriele La Spina

Recentemente nelle sale con un piccolo ma incisivo ruolo nel Dunkirk di Christopher Nolan, clamoroso successo di critica e pubblico, Tom Hardy è tornato attivo quest'anno due anni dopo la sua nomination all'Oscar per The Revenant. Approdato anche nella nuova era del piccolo schermo, Hardy è tra i più eccezionali talenti della sua generazione, dall'aura del bad boy, con una particolare propensione per i ruoli borderline e scomodi. Tutt'altro che il bell'attore hollywoodiano, Hardy fallisce nelle commedie e brilla nei personaggi più loschi, con un approccio a metà strada tra Marlon Brando e James Dean.

Esordendo sul piccolo schermo con la serie Band of Brothers, Hardy si è mosso furtivamente in piccoli ruoli al cinema, fa da sfondo nel Marie Antoinette di Sofia Coppola e muovendosi tra una serie e l'altra (tutte di produzione inglese), riceve il suo vero battesimo da Nicolas Winding Refn per cui interpreta quello che forse è ancora oggi il miglior ruolo della sua carriera. Personaggi fin troppo al limite i suoi che verranno ben poco riconosciuti dalla critica, ma che con il tempo rientrano tra i film di culto delle nuove generazioni.

Di recente è stato di nuovo in TV con la serie Taboo, e ben presto sarà protagonista del suo primo ruolo in un blockbuster, lo spin-off di Spider-Man, Venom diretto da Ruben Fleischer.

Tom Hardy in "Bronson"

Bronson (2008)
Ambientato nel 1974, il film di Nicolas Winding Refn, è incentrato sulla figura di Michael Peterson, un ragazzo di 19 anni con un sogno: diventare una celebrità. In cerca di fama, si fabbrica una pistola e rapina un ufficio postale. Inizialmente condannato a sette anni di reclusione, in prigione si scopre incapace di controllare la propria indole violenta e finisce per passare dietro le sbarre ben 34 anni, durante i quali si crea un alter ego ispirato al noto attore Charles Bronson. Pellicola che precede l'estetica visiva che Refn consoliderà nei successivi titoli come Drive e Solo dio perdona, è il raro ritratto di un criminale, che rimanda ad Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. Hardy è audace tanto quanto Malcom McDowell, e forse ben più istrionico. Seguiamo così la sua ascesa, in un continuo switch tra realtà e immaginazione, dove nel teatro della mente di Bronson, vediamo un Hardy mascherato da clown che intrattiene un pubblico invisibile. Il biopic più atipico del decennio è anche una rappresentazione cinematografica solenne e violenta.

Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)
Dopo aver collaborato con Christopher Nolan per Inception, arriva la prima reunion per l'ultimo capitolo della splendida saga dedicata a Batman. Sono passati alcuni anni da quando Bruce Wayne ha indossato la maschera di Batman per l'ultima volta ma il suo volontario ritiro dalle scene è interrotto quando il commissario Gordon scopre un complotto teso a distruggere dall'interno la città di Gotham City. I nuovi nemici, con cui Batman dovrà confrontarsi, sono la misteriosa Selina Kyle e il letale Bane, interpretato da Hardy dando corpo a uno dei villain più efficaci visti nella saga, dopo il premiato Joker di Heath Ledger. La sua maschera diventa iconica, e contribuisce a ciò la voce dell'attore inglese. 

Tom Hardy in "Locke"

Locke (2013)
Forse la sua prova più dura. Quello di Steven Knight è un viaggio di 90 minuti in tempo reale dove vediamo Hardy nei panni di Ivan Locke diretto in macchina da Birmingham a Londra. Uomo che ha lavorato sodo per costruirsi una buona vita, Ivan Locke assisterà al crollo di tutte le sue certezze e alla ricostruzione della sua esistenza nell'arco di un'ora e mezza quando, alla vigilia della sua più grande sfida lavorativa, riceve una telefonata che mette in moto una serie di eventi che alterano la sua famiglia, il suo lavoro e la sua stessa anima. Durante la guida, Ivan farà infatti una serie di chiamate devastanti alla moglie Katrina e ai piccoli figli, gestirà le telefonate con la sua ex assistente Bethan, con il capo Gareth e con il collega Donal. Tutto si svolge all'interno della macchina e Knight incornicia la solida sceneggiatura con diversi sistemi di ripresa, interni ed esterni al veicolo, un viaggio che è in realtà racconto dell'oppressione del mondo moderno. La presenza scenica di Hardy è immensa e sostiene senza sbavature un testo di enorme difficoltà.

Mad Max: Fury Road (2015)
Sovversivo e rumoroso ritorno di George Miller alla sua saga di culto, Mad Max, vede Hardy raccogliere il testimone di Mel Gibson a trent'anni esatti dal terzo capitolo (Mad Max - Oltre la sfera del tuono) per raccontare la storia del guerriero di strada Max Rockantansky che, tormentato dal suo turbolento passato, crede che la miglior via per sopravvivere sia quella di vagare da solo. Tuttavia, nonostante le sue convinzioni, verrà coinvolto lungo i desolati paesaggi australiani da un vero e proprio impianto di guerra capitanato da Imperatora Furiosa, in fuga da una cittadina fortezza governata dal tiranno Joe. La più rilevante prova fisica della carriera di Hardy, a tratti umiliato alle prese con rocambolesche peripezie, in un action d'autore dove ogni movimento è coreografato e si mimetizza nell'estetica unica di Miller, che già aveva ridefinito la distopia negli anni '70, e recupera con freschezza e senza errori un progetto imprescindibile.

Revenant - Redivivo (2015)
Grazie a Alejandro González Iñárritu e un progetto di primo piano, Hardy ottiene la sua prima nomination all'Oscar, con un personaggio che è forse la sintesi dei suoi precedenti, incorporandone per certi versi l'essenza. si basa in parte su un romanzo di Michael Punke per ripercorrere la vera storia di sopravvivenza e trasformazione del leggendario Hugh Grass. Sullo sfondo della frontiera americana, un anno dopo essere partito per una spedizione in un deserto inesplorato, Glass viene brutalmente assalito da un'orsa prima di essere abbandonato dai componenti della sua stessa squadra di cacciatori. Da solo e prossimo alla morte, Glass si rifiuta di cedere alla morte e, sospinto dalla forza di volontà e dall'amore per la moglie nativo-americana e per il figlio, intraprende un'odissea di 200 miglia attraverso il vasto e selvaggio western alla ricerca di John Fitzgerald, l'uomo che lo ha tradito. Ed Hardy è un perfetto Fitzgerald, che rappresenta nella pellicola emblematica di Iñárritu, il male dell'uomo civilizzato. Hardy ruba a tratti la scena al vincitore dell'Oscar, Leonardo DiCaprio, e ci regala un cattivo inusuale, più maligno del suo stesso Bane.

Altri ruoli degni di nota: quello di Ricki Tarr ne La talpa (2011), spy thriller di Tomas Alfredson che dimostra la sua versatilità; quello del pugile in Warrior (2011) di Gavin O'Connor; del fuorilegge in Lawless (2012) di John Hillcoat e simile ma ben più sfaccettato nel doppio ruolo dei gemelli Reggie Kray e Ron Kray in Legend (2015) di Brian Helgeland.