9.10.17

Oscar Record: Gli "stranieri" che hanno trionfato fino ad oggi

Di Alfredo Di Domenico

In un mondo sempre più globale anche il cinema si adatta ai tempi che corrono e così anche l’Academy che negli ultimi anni sta prendendo sempre più in considerazione performance "straniere", quelle non in lingua inglese, caratteristica che ha sempre contraddistinto le cinquine degli attori sin dagli anni ’30.

La prima attrice in assoluto ad essere candidata per un ruolo non in lingua inglese è la greca Melina Mercouri nel 1960. Da lì in poi Hollywood si “globalizza”. Negli anni ’60 il numero di attori non americani accolti nelle rose dei candidati comincia a crescere e quasi ogni anno performance straniere trovano posto tra i nominati. 
Il 1961 è un anno storico la nostra Sophia Loren vince per la Ciociara. Una svolta epocale che non avrà repliche fino al 2007. In quegli nani l’Italia esporta i propri pezzi da novanta, la Loren ottiene una seconda candidatura nel 1965 per Matrimonio All’italiana e Marcello Mastroianni ottiene 3 candidature, nel 1961, 1977 e nel 1987 senza mai riportare una vittoria. Valentina Cortese, altra magnifica attrice italiana, viene candidata in supporting per un film francese nel 1974 perdendo contro la Bergman che nel suo discorso, al ritiro dell'Oscar, dal palco tesse le lodi dell’attrice dicendo pubblicamente che avrebbe dovuto vincere lei il premio quell'anno. Sul versante attori è ancora l'Italia a detenere il primato, nel 1998 Roberto Benigni, al pari della Loren, è il primo attore a vincere con una performance non in inglese per La vita è bella. Anche in questo caso non ci sono state repliche. Tra i candidati italiani, andando a ritroso, troviamo l'indimenticabile Massimo Troisi de Il Postino, l’inimitabile Giancarlo Giannini nel 1977 per Pasqualino Settebellezze. Curiosamente potremmo inserire anche Robert De Niro ma seguendo la corrente inversa, l’attore americano vinse nel 1974 per il Padrino Parte II recitando in italiano, precisamente in dialetto siciliano per l’intero film.

Roberto Benigni in una scena de "La vita è bella"

La Francia negli ultimi 10 anni ha avuto ben 3 candidate di cui una vincitrice: la prodigiosa Marion Cotillard, l’intensa Emmanuelle Riva, e la divina Isabelle Huppert dell'anno scorso. Vinse la Cotillard, ma anche le altre due avrebbero meritato di vincere, due magnifiche interpreti che all'apice della loro carriera vengono finalmente prese in considerazione dall'Academy. Tuttavia si son dovute contentare della candidatura sebbene meritassero entrambe la vittoria più delle vincitrici di turno.
Il perché di queste mancate vittorie risiede nei giochi di promozione e di pubblicità che molte volte alterano o veicolano le votazioni. Tra le candidate ricordiamo Anouk Aimèe, Isabelle Adjani e Catherine Deneuve.

Negli ultimi anni anche la Spagna comincia a farsi strada cominciando proprio dal Rey e la Reina del cinema iberico ovvero Penelope Cruz e Javier Bardem, I due hanno ricevuto 3 candidature a testa e vinto un Oscar ciascuno, ma entrambi sono stati candidati anche per performance in lingua spagnola la prima per Volver il secondo con Biutiful e Before Night Falls. Tra gli altri ruolo in lingua spagnola ricordiamo Catalina Sandino Moreno del 2004 per il bellissimo Maria Full of Grace e il vincitore dell’ Oscar Benicio del Toro per Traffic del 2000. 
La lista degli europei si chiude con la slovacca Ida Kaminska con The Shop on Main Street del 1965 e dalla Svezia Ingrid Bergman candidata per il suo ruolo in lingua madre in Autumn Sonata, Liv Ullman con due nomination e l’immortale Max von Sydow.
L’Europa resta per adesso l’unico continente che è riuscito a portare i suoi attori alla soglie degli Oscar, dall'oriente invece è arrivato ben poco. Sebbene ci siano due vincitori (sempre per performance in inglese), ovvero la nipponica Miyoshi Umeki come attrice non protagonista del 1957 e Haing S. Ngor, attore cambogiano vincitore, sempre in supporting, nel 1984 per Le urla del silenzio, solo Rinko Kikuchi di Babel del 2006 è riuscita nell’impresa, pur non dicendo una parola ha recitato nella lingua dei segni giapponese.

Forse siamo ancora lontani dal giorno in cui verranno premiate performance di perfetti sconosciuti, attori di posti ignoti che stupiscono lo spettatore con performance strabilianti, a sfavore dell’attore del momento o del favorito di turno; ma ricordiamo sempre che gli Oscar sono premi, trofei individuali che vanno di mano in mano e molto spesso i propri detentori cadono nel dimenticatoio a differenza di altri che un Oscar non l'hanno mai toccato e pure restano in alto a monito per tutti ricordandoci che non serve una statuetta d’oro per essere bravi ed entrare nella storia.