Di Alfredo Di Domenico
Esiste una triste sezione nella storia degli Academy, ovvero
quella dei film che non hanno vinto
nessun Oscar a fronte di numero considerevole
di nomination. A detenere questo sfortunato record ci sono due film: Due vite, una svolta del 1977 di Herbert Ross e Il colore viola del 1985 diretto da Steven Spielberg, entrambi gareggiavano con ben 11 candidature.
In entrambi i casi si trattava di annate decisamente affollate, nel 1977 era a dir poco incredibile, Io e Annie di Woody Allen, che vinse 4 Oscar, compreso quello come miglior film, il drammatico ed elegante Julia di Zinnerman che ne vinse tre, e il primo leggendario Guerre Stellari che a sua volta si inserì in un'altra “lista record” ovvero il maggior numero di Oscar vinti, sette in totale, senza vincere come titolo dell’anno, lista in cima alla quale troviamo Cabaret di Bob fosse del 1972.
Se Il colore viola, del 1985, fosse stato prodotto in questi anni in cui le tematiche da “black power” la fanno da padrone probabilmente avrebbe fatto incetta di premi. Sfortunatamente il film usci nell’anno de La mia Africa che vinse 7 statuette, cosi il team del film di Spielberg tornò a casa a mani vuote.
Tra gli sfortunati eccellenti troviamo tante pietre miliari della storia del cinema come Piccole volpi del 1941 di William Wyler con una magnifica Bette Davis, con 9 candidature; The Elephant Man del 1980 di David Lynch e Ragtime del 1981 diretto da Milos Forman entrambi con 8 menzioni, o scendendo a 7 candidature troviamo Il padrino parte III di Coppola, Nel nome del padre di Jim Sheridan e Le ali della libertà del 1994, rispettivamente usciti nel 1990, anno di Balla coi lupi, vincitore di 7 Oscar, 1993 anno di Schindler’s List a sua volta vincitore di 7 Oscar e 1994 anno di Forrest Gump che portò a casa 6 Statuette.
Non mancano certo titoli degli anni più recenti, The Martian di due anni fa gareggiava per 6 Oscar eppure il bellissimo film di Scott non vinse nulla; Il Grinta dei fratelli Coen arrivò a ben 10 candidature cosi come Gangs of New York del 2002 di Martin Scorsese, vergognosamente snobbato e American Hustle del 2013 di David O. Russell.
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Una scena da "La La Land", di Damien Chazelle |
Ma c’è un'altra sezione, forse meno triste, in cui gli Oscar sono arrivati, tanti in realtà, tranne quello più ambito, ovvero per il miglior film. Cabaret del 1972 detiene il record con 8 Oscar mentre quello di titolo dell’anno fu assegnato a Il padrino. Guerre Stellari del 1977 se ne aggiudicò 7.
Sembra finita la tendenza secondo la quale il film che vince come miglior produzione dell’anno è quello che vince più Oscar, quasi a dimostrazione che ha raggiunto l’eccellenza in tutte le categorie. Oggi sembra essere in atto una scissione precisa, quella delle categorie tecniche e quella delle sceneggiature, che negli ultimi anni ha anche decretato la vittoria del film. Basti pensare a Gravity, spettacolare, innovativo, avvincente, avveniristico e grande trionfatore del 2013 con ben 7 vittorie mentre quello per film dell’anno andò a 12 anni schiavo, che vinse in totale tre Oscar, tra cui quello per la sceneggiatura. L’adrenalinico ed infuocato Mad Max: Fury Road di George Miller ha fatto piazza pulita nel 2015 portandosi a casa 6 Oscar, battuto alla fine da Spotlight che vinse per film e sceneggiatura. Era dal 1952 che il film vincitore non riportava un numero così esiguo di vittorie. Infine l’anno scorso La La Land, eccellente esempio di musical moderno, raggiunse il record di 14 nomination vincendo 6 Oscar, battuto da Moonlight con sole 3 vittorie.
Significa che non avremmo più record come quelli di Titanic o Il Signore degli Anelli? Significa che i migliori film che avremo nei prossimi anni saranno produzioni indipendenti, di denuncia sociale o razziale, dove quello che conta per aggiudicarsi il titolo dell’anno è solo la sceneggiatura e non l’insieme dell’eccellenza raggiunta in tutte le categorie?