Tonya Harding è una pattinatrice artistica su ghiaccio che, nonostante le difficoltà, riesce ad affermarsi a livello internazionale. La sua vita però nel 1994 è segnata dall'aggressione alla rivale Nancy Kerrigan, dando vita a uno degli scandali più assurdi e tragici della storia del pattinaggio e dei giochi olimpici. Mescolando finzione cinematografica e racconto "più vero della finzione stessa", il regista Craig Gillespie confeziona uno dei biopic più energici e vitali degli ultimi anni, senza necessariamente rifiutare in toto i classicismi del genere.
La storia dell'iconica pattinatrice Tonya Harding è il pretesto per Gillespie di raccontare l'ascesa e la caduta di una delle personalità sportive più influenti degli anni '90 negli Stati Uniti, ma sopratutto I, Tonya è una storia di abusi e sete di celebrità contrappuntata da una sfrontata energia degna dei migliori Martin Scorsese e del cinema degli american idiots dei fratelli Coen. A regalare corpo e anima ai protagonisti del grottesco incidente del 1994 e dei suoi antefatti sono un cast sorprendente ed in stato di grazia.
A cavallo tra gli stilemi narrativi del miglior cinema sportivo americano, il biopic di Gillespie è un gioco cinematografico felicemente consapevole di seguire le tracce del grande cinema americano in equilibrio tra Toro scatenato e Fargo; la parabola discendente di Tonya Harding si trasforma in spietato ritratto di una America rurale e di provincia abusiva e testarda, in cui i "perdenti" si tramutano in eroi tragici di una nazione votata al successo personale a tutti i costi. Con conseguenze paradossali ed inaspettate.
In grande spolvero il cast del biopic di Gillespie, su cui svettano i ritratti caustici e dannatamente onesti di Margot Robbie e Allison Janney, destinate a molta fortuna durante la prossima stagione dei premi.
VOTO: 8/10