Di Alfredo Di Domenico
Più che un semplice caratterista Willem Dafoe è un vero e proprio veterano del grande schermo. Un talento unico ed un aspetto singolare che l’hanno reso sempre molto riconoscibile hanno fatto di lui uno dei protagonisti del cinema degli ultimi 30 anni. Perché classificarlo come caratterista?
Perché in fondo Dafoe è sempre stato più un comprimario che un vero e proprio leading man e ciononostante la sua filmografia non ha nulla a che invidiare ai ben più patinati colleghi e vincitori di Oscar, al contrario, vanta collaborazioni prestigiose con registi quali Michael Cimino, Martin Scorsese, in due occasioni, Oliver Stone, Anthony Minghella, Wes Anderson e Abel Ferrara tra gli altri.
Perché in fondo Dafoe è sempre stato più un comprimario che un vero e proprio leading man e ciononostante la sua filmografia non ha nulla a che invidiare ai ben più patinati colleghi e vincitori di Oscar, al contrario, vanta collaborazioni prestigiose con registi quali Michael Cimino, Martin Scorsese, in due occasioni, Oliver Stone, Anthony Minghella, Wes Anderson e Abel Ferrara tra gli altri.
A differenza di molti altri colleghi, definibili come caratteristi, Dafoe ha ottenuto ben due candidature agli Oscar, la prima nel 1986 per Platoon e nel 2001 per L'ombra del vampiro, entrambe le volte come attore non protagonista. Dafoe è sempre stato uno di quelli di cui si pensa “prima o poi vincerà l’Oscar” ma non è facile quando si è un fuori classe come lui, sempre alla ricerca di nuove sfide e, nella maggior parte dei casi, fuori dagli schemi e dai gusti dell’ Academy, anche se in passato le occasioni non sono mancate.
Attivo sin dagli anni ’80 ha inanellato una serie di titoli e performance incredibili, da Platoon, il film di Oliver Stone vincitore dell’ Oscar come miglior film, che si può definire il suo vero debutto con tanto di nomination all’ Oscar, L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, Mississippi Burgning del 1988, fino Nato il quattro luglio di Oliver Stone del 1989. Non da meno sono stati gli anni ’90 nonostante le scelte meno commerciali ha comunque mantenuto alto il suo nome collaborando con registi forse meno famosi ma non per questo meno talentuosi, così come negli anni ’00 si fa conoscere dalle nuove generazioni con Spiderman di Sam Raimi o L'ombra del vampiro in cui offre un' immensa prova degna di Oscar. Tra blockbuster e film d’autore Dafoe giunge fino ad oggi, arrivando nelle nostre sale con The Florida Project, uno dei film più controversi ma allo stesso tempo apprezzati della stagione, complice di questo successo è anche la sua performance che finalmente, o almeno così sembra, sempre porsi in pole position per la vittoria del premio più ambito.
Un premio per uno come lui gradito, sicuramente, ma non necessario per imporsi ulteriormente, il suo talento e il suo nome lo ricordiamo già, grazie alla sua iconica presenza, la sua straordinaria bravura e le sue brillantissime performance, ma se dovesse arrivare l'Oscar saremmo entusiasti di vedere, almeno per una volta, un vero e proprio fuoriclasse e veterano del grande schermo premiato nella categoria supporting.