27.12.17

Jumanji - Benvenuti nella giungla - La recensione del sequel con Dwayne Johnson e Jack Black

Di Daniele Ambrosini

Pur essendo a tutti gli effetti un sequel standalone, Jumanji - Benvenuti nella giungla riprende dove il film originale era terminato, creando un collegamento evidente con il suo predecessore che però resta solo ideale, impostando un gioco di rimandi e di citazioni rielaborate in chiave moderna. Questo intento di modernizzazione è evidente fin dalle premesse: Jumanji, per esempio, è un videogioco e non un vecchio ed antiquato gioco da tavolo.

Il film di Joe Johnston aveva un prologo ambientato nel 1969, mentre la storia vera e propria prendeva piede nel presente, nel 1995. Per il sequel viene mantenuta la stessa struttura: un prologo ambientato nel 1996 (subito dopo la fine del primo film, con un rimando specifico alla scena conclusiva) ci mostra la trasformazione di Jumanji da gioco da tavolo a videogioco e ci presenta Alex Vreeke, giovane che rimane intrappolato nel gioco. Ai giorni nostri invece Spencer, un nerd appassionato di videogiochi, Fridge, un giocatore di football, Bethany, la ragazza più bella della scuola, e Martha, una ragazza timida e studiosa, finiscono nei guai e si ritrovano insieme in punizione nel doposcuola, qui scoprono l'esistenza di un vecchio videogioco conservato nel seminterrato della scuola: Jumanji. I quattro decidono di fare una partita prima di mettersi a fare il lavoro che il preside ha assegnato loro per punizione, ma sfortunatamente finiscono risucchiati nel gioco senza possibilità di uscire se non finendo la partita. Ognuno di loro si ritrova nel corpo di uno degli avatar del videogioco ed i risultati sono spassosi: la vanitosa e bellissima Bethany si ritrova nel corpo di Jack Black, mentre il mingherlino ed insicuro Spencer si ritrova nel mastodontico corpo di The Rock. Se nel film originale ad essere risucchiato nel gioco fu solo l'Alan Parrish interpretato da Robin Williams, questa volta tutti i giocatori sono costretti a prendere parte alla partita nella giungla, con l'interessante quanto moderna premessa degli avatar a rendere il tutto più intrigante e divertente.


Jumanji - Benvenuti nella giungla è un perfetto mix di commedia ed azione che grazie a delle trovate ingegnose e ad uno spiccato senso dell'ironia, riesce a regalare allo spettatore un buonissimo film d'intrattenimento dal grande ritmo narrativo. In Jumanji si ride, ed anche tanto, soprattutto per le situazioni inverosimili e caricaturali che permettono inserimenti comici al limite del demenziale che, all'interno di un contesto irreale ed eccessivo come questo, giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dell'atmosfera. Che sotto questo punto di vista Jumanji funzioni alla grande è innegabile. Il problema principale del film sta nella sottotrama adolescenziale che, date le premesse, era impossibile non affrontare; infatti il film è costruito come un percorso di crescita dei quattro giovani protagonisti che durante la loro avventura a Jumanji dovranno riuscire a comprendere chi realmente vogliono essere, dovranno perciò imparare a trarre il meglio da loro stessi e a diventare persone migliori. Ovviamente l'inevitabile lieto fine è costituito dalla realizzazione di queste premesse che, bisogna ammetterlo, sono poco originali e non aggiungono niente al film in sé. Ma infondo Jumanji non è un coming of age, quella della formazione è una sottotrama che è più un pretesto narrativo che altro perciò questo aspetto risulta, in fin dei conti, abbastanza trascurabile. Allo stesso modo tutta la trama di Jumanji non è particolarmente originale e fa della schematicità propria dei videogiochi "a livelli" la propria struttura narrativa, anche quando si tratta di sequenze ambientate nel mondo reale. Tutto questo sembra dare un senso, uno scopo all'avventura a Jumanji, un senso che l'originale non aveva.

Giocando con l'assurdo e traendo il massimo dai suoi interpreti (tutti comicamente in parte, da Dwayne Johnson e Nick Jonas), Jumanji - Benvenuti nella giungla si dimostra una commedia riuscitissima, che guarda al passato ma riesce nell'impresa di creare un film indipendente che, cosa rarissima al giorno d'oggi, non pone evidenti basi per un futuro sequel ma che si presenta come film unico e a sé stante. Ovviamente il paragone con il film del 1995 è inevitabile ma il film di Jake Kasdan esce a testa alta dal confronto perché, al di là dello status di cult acquisito con gli anni, il primo Jumanji era un film per molti versi poco riuscito e poco mirato, a tratti confuso, mentre il Jumanji versione 2017, per quanto prevedibile, è un film decisamente più riuscito che si candida a divenire un futuro classico dell'intrattenimento per famiglie.

VOTO: 7/10