Women Power: I film diretti da donne più attesi in uscita nel 2018-2019

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Di Gabriele La Spina
Un ondata di pellicole dalla firma rosa sta per travolgere Hollywood, sintomo dell’anno di grandi cambiamenti che ha rappresentato il 2017. Esplose pian piano per poi essere protagoniste indiscusse del settore, lo scorso anno Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Dee Rees, Patty Jenkins e Jane Campion, hanno ottenuto il riconoscimento della critica mondiale per i loro valori, facendo da apripista per una lunga schiera di registe donne pronte a reclamare il loro posto, vestendo panni di un mestiere solitamente definito “da uomini”.

Ma le donne lo fanno forse anche meglio, con un approccio differente e una visione forse ineguagliabile dalla regia maschile. Come non accadeva da decenni, molte donne dirigono progetti ad alto budget delle major, basti pensare alla Jenkins dietro al successo di Wonder Woman, probabilmente il miglior film Warner e DC ad oggi dopo la trilogia di Christopher Nolan su Batman. La Disney vuole nomi femminili alla regia come Ava DuVernay e Niki Caro, ma come sempre gli esordi più importanti provengono dal cinema indie. Faranno ritorno badass già imposte negli scorsi anni con i loro esordi, come la Kent di Babadook, e nuove promesse del cinema.
Ecco i titoli che tra quest’anno e il 2019 sentiremo con molta probabilità, tra le migliori regie femminili del momento.
Una scena dal film “Nelle pieghe del tempo”.
Nelle pieghe del tempo 
dir. Ava DuVernay
Con protagoniste Oprah Winfrey e Reese Witherspoon, si tratta di uno dei titoli di punta della Disney per il 2018. Nel film, dopo la misteriosa scomparsa del padre scienziato, l’adolescente Meg, il fratello minore Charles e il loro amico Calvin vengono mandati nello spazio sulle sue tracce da tre creature trascendentali: Cos’è, Chi e Quale. Scopriranno così che la Terra è minacciata da forze oscure che tentano di prendere il sopravvento. Chris Pine e Zack Galifianakis figurano inoltre nel cast del film il 9 marzo nelle sale americane.
Destroyer
dir. Karyn Kusama
Regista di pellicole apprezzate dalla critica come Girlfight e The Invitation, ma anche di terribili errori come Jennifer’s Body e Aeon Flux, la Kusama ha dimostrato di avere fegato nella scelta dei suoi soggetti, e non poteva esistere un’attrice più appropriata per la direzione se non Nicole Kidman, che di coraggio ne ha dimostrato numerose volte. Nel film della Kusama seguiremo le vicende dell’agente Erin Bell, alcolista con un rapporto disfunzionale con la figlia, che vive i traumi di una missione sotto copertura in una setta andata male. E quando un membro di quel gruppo torna come un fantasma nella sua vita, tutto sembra distruggersi pezzo per pezzo. Ad affiancare la Kidman troviamo inoltre Tatiana Maslany, giovane talento della serie Orphan Black, vincitrice di un Emmy.
She Came to Me
dir. Rebecca Miller
Recentemente acclamata al Sundance per il delizioso Il piano di Maggie, con una Greta Gerwig ancora nei panni di attrice, Rebecca Miller, figlia del commediografo Arthur Miller nonché moglie dell’attore Daniel Day-Lewis, sembra avere nel sangue il dono della scrittura, tant’è che è stata definita una versione femminile di Woody Allen per il suo ultimo lavoro. Attesa per il 2019, la sua nuova pellicola vede Nicole Kidman nei panni di una cantante d’opera, fronteggiare l’amore per Steve Carrell, con Amy Schumer, un triangolo amoroso del tutto inedito che non possiamo non attendere sul grande schermo.
The Nightingale
dir. Jennifer Kent
Dopo il meraviglioso horror Babadook, la Kent è pronta per portare sullo schermo la storia di un personaggio di estrema forza, ambientata nell’outback australiano. Ambientato nella Tasmania nel 1825, The Nightingale segue le vicende di una ragazza irlandese di 21 anni, testimone del brutale assassinio di suo marito e del suo bambino, per mano del suo padrone e dei suoi compagni soldati. Decisa a trovare giustizia, prende con sé un aborigeno segugio, con cui attraversa il deserto infernale australiano per vendicarsi degli uomini. Ma il suo viaggio le riserva molto più di quanto si aspettasse. Protagonista l’attrice Aisling Franciosi. In uscita negli USA il 25 gennaio 2019.
Melissa McCarthy in “Can You Ever Forgive Me?”
Can You Ever Forgive Me?
dir. Marielle Heller
La scrittrice Lee Israel tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta si occupa delle biografie di personaggi del calibro di Katharine Hepburn, Tallulah Bankhead, Estee Lauder e Dorothy Kilgallen. Quando non vedrà più i suoi lavori pubblicati perché incapace di stare al passo con i gusti del pubblico, trasformerà la sua arte in inganno, aiutata dal suo fedele amico Jack. Melissa McCarthy, che con il suo carattere ha sdoganato le regole hollywoodiane sul phisique du role della attrici, è la protagonista in quello che potrebbe essere il primo vero film di spessore della sua carriera per il circuito dei premi.
Mulan
dir. Niki Caro
Tutti conosciamo il classico Disney del 1998, ambientato ai confini estremi della Cina. Nella pellicola animata vedevamo il feroce condottiero unno Shan-Yu muovere le sue truppe per invadere il paese, provocando l’allarme del’imperatore che emana un proclama con cui chiede ad ogni famiglia di mandare un uomo a combattere. Mulan, si sostituisce all’anziano padre nella chiamata alle armi. Una donna che abbatte le barriera del gender come Mulan, non poteva che essere il perfetto prossimo film in live-action della Disney, anche se Niki Caro potrebbe definirsi una classicista, regista melò del cinema americano, le aspettative sono molto alte. In uscita negli USA il prossimo 2 novembre.
Mary, Queen of Scots
dir. Josie Rourke
Esordio registico della Rourke, il film ha come protagoniste due interpreti sulla bocca di tutti in questa stagione dei premi: Saoirse Ronan, premiatissima per la sua performance in Lady Bird, e Margot Robbie spietata e amatissima pattinatrice in I, Tonya. Due promesse del futuro del cinema americano, che si fronteggeranno. Regina di Francia a 16 anni e vedova a soli 18, Mary Stuart non cede alle pressioni di chi vorrebbe per lei un nuovo matrimonio e torna in Scozia, sua terra natale, per rivendicare il diritto legittimo al trono. Scozia e Inghilterra, però, sono sotto il dominio della potente Elisabetta I. Le due  giovani regine si osservano, ognuna  con un misto di timore e di ammirazione nei confronti della “sorella”.  Rivali in politica e in amore, e  reggenti in un mondo dominato dagli uomini, le due donne dovranno decidere come giocarsi la partita che contrappone matrimonio e indipendenza. Fermamente decisa a governare e non a essere una semplice figura di rappresentanza, Mary rivendica per sé il trono d’Inghilterra, minacciando la sovranità di Elisabetta. Tradimenti, ribellioni e cospirazioni scuotono entrambe le corti,  mettendo  a repentaglio i troni e cambiando  il corso della storia. Il film sarà nelle nostre sale l’8 novembre.
Una scena dal film “The Darkest Minds”.
The Darkest Minds
dir. Jennifer Yuh Nelson
Con protagoniste Gwendoline Christie e Mandy Moore, il thriller sci-fi della Nelson racconta di una malattia che il 98% dei bambini americani, il 2% sopravvissuto sviluppa super poteri e viene posto in campi di internamento. Una ragazza di 16 anni fugge dal suo campo e si unisce a un gruppo di altri adolescenti in fuga dal governo. In arrivo il prossimo 14 settembre nelle sale americane, il film ha nel cast anche Harris Dickinson, apprezzato in Beach Rats, e  Amandla Stenberg, nel debutto registico dal vero della Nelson, finora regista di due capitoli della saga di Kung Fu Panda.
The Rider
dir. Chloe Zhao
Pellicola acclamatissima al Sundance in arrivo il 13 aprile nei cinema americani, racconta la storia di un giovane cowboy, che dopo aver subito un infortunio alla testa si impegna a costruirsi una nuova identità e a capire cosa significhi essere un uomo nel cuore dell’America. Seconda pellicola scritta e diretta da Chloé Zhao, dopo Songs My Brothers Taught Me, è stata applaudita ai festival di Telluride, Londra e New York.

What They Had
dir. Elizabeth Chomko
Bridget rientra a casa a Chicago richiamata con urgenza dal fratello per fare i conti con l’Alzheimer della madre e la riluttanza del padre a separarsi da ciò che ha sempre rappresentato la sua vita. Il ritorno nel posto in cui è cresciuta la porterà anche a confrontarsi con il suo passato. Si tratta di una grande ritorno per Hilary Swank, due volte premio Oscar in cerca da molti anni del giusto progetto per tornare in carreggiata, affiancata da Michael Shannon. Il film presentato al Sundance, è l’esordio alla regia di Elizabeth Chomko, anche sceneggiatrice.
Una scena dal film “What They Had” con Hilary Swank.
You Were Really Not Here
dir. Lynne Ramsay
La fenomenale regista di …E ora parliamo di Kevin, probabilmente una delle pellicole dirette da una donna più ispirate dell’ultimo decennio, trova in Joaquin Phoenix il suo paladino. Il film racconta infatti della figlia di un senatore che scompare. Joe, un veterano che ha assistito in guerra a brutalità e torture, si mette sulle sue tracce. Costretto a confrontarsi con un mondo di vendette e corruzione, si ritroverà suo malgrado al centro di una spirale di violenza. Con già la vittoria della miglior sceneggiatura al Festival di Cannes, nonché del premio attoriale maschile a Phoenix, la pellicola anche al Sundance, arriverà presto nelle sale americane e in quelle italiane con il titolo Mai stato qui.

I Think We’re Alone Now
dir. Reed Morano
La conoscerete soprattutto per la direzione di alcuni episodio dell’acclamata serie Hulu, The Handmaid’s Tale, ma Reed Morano, con un Emmy nella teca, è pronta per il salto verso il grande schermo. In I Think We’re Alone Now vedremo il mondo dilaniato dall’apocalisse, un evento che però si dimostra una benedizione sotto mentite spoglie per Del, un sopravvissuto all’estinzione della razza umana. Almeno fino a quando non scopre l’esistenza di Grace, un’altra sopravvissuta in cerca di compagnia. Protagonisti l’imprevedibile coppia formata da Elle Fanning e Peter Dinklage, di prossimo debutto al Sundance.
Una scena di “I Am Not a Witch” di Runagno Nyoni.
The Miseducation of Cameron Post
dir. Desiree Akhavan
A seguito della perdita dei genitori in un incidente d’auto, Cameron Post è sopraffatta da un misto di colpa e di sollievo: con la morte, i suoi non sapranno mai che è omosessuale. Anni dopo, la sedicenne Cameron vive con l’evangelica zia mentre in segreto giace con la reginetta del ballo. Quando la sua indole emerge, viene mandata in un centro di cura per le sue “perversioni” sessuali. In tale surreale ambiente, trova l’amicizia di Jane e Adam, due “peccatori” che la introducono ai piaceri della normale vita da adolescente. Realizzando quanto pericoloso possa essere il lavaggio del cervello portato avanti nel centro, i tre capiranno che la migliore ancora di salvezza per loro è la fuga. Si tratta del secondo dramma a tematica conversione gay, oltre il più blasonato Boy Erased, in arrivo quest’anno, ma al contrario della pellicola di Joel Edgerton, la prospettiva sarà del tutto femminile, con un’attesa Chloe Grace Moretz.

I Am Not a Witch
dir. Rungano Nyoni
È passata da molteplici festival negli scorsi mesi, tra Sydney, Dubai e Palm Springs, ma il Sundance Film Festival 2018 sarà il perfetto trampolino per far sì che l’evocativa pellicola della Nyoni approdi nelle sale americane e si spera in quelle italiane. Nel film, in seguito a un banale incidente nel suo villaggio, la piccola Shula viene accusata di stregoneria e, nonostante la giovanissima età, sottoposta a un processo. Ritenuta colpevole, viene esiliata in un campo di streghe nel bel mezzo del deserto. Porterà così scompiglio e confusione tra coloro che sono chiamati ad accoglierla.