A meno di due settimane dai 90esimi Academy Awards fremono gli ultimi pronostici per determinare quale titolo trionferà con la statuetta principale (le nostre previsioni finali arriveranno la settimana prossima). Salirà sul palco Tre manifesti a Ebbing, Missouri o La forma dell'acqua? O addirittura Scappa - Get Out? Per riflettere sulla corsa all'Oscar di quest'anno, torniamo indietro nel 1998 per capire meglio dove potrebbero posizionarsi i contendenti del 2018.
Analizzando i risultati dei maggiori precursor che hanno assegnato i loro premi, la sfida appare come un serrato testa a testa tra la black comedy di Martin MacDonagh e il fantasy adulto di Guillermo del Toro; i risultati dei Bafta della scorsa settimana sembrano aver confermato il vantaggio del primo, imitando (quasi) alla perfezione la corsa all'Oscar che si consumò nel lontano 1999, lotta all'ultimo voto tra due titoli altisonanti: Salvate il soldato Ryan e Shakespeare in Love.
Seppur con alcune differenze sostanziali, i film diretti da Steven Spielberg e John Madden hanno seguito una traiettoria simile a quelli dei lungometraggi di McDonagh e del Toro.
Il war movie diretto da Spielberg nel 1998 aveva conquistato nella sua marcia trionfale due Golden Globe (film drama e regia), tre Critics' Choice Awards (film, regia, colonna sonora), il Produers' Guild Award e il Directors' Guild Award, esattamente come La forma dell'acqua di Guillermo del Toro, ma quest'ultimo senza il Golden Globe al miglior film drama. Alla cerimonia del 1999 Salvate il soldato Ryan ottiene 5 premi Oscar, tra cui regia ma non la statuetta al miglior film.
Quello stesso anno Shakespeare in Love ottiene 3 Golden Globes (film, attrice, sceneggiatura), 3 Bafta (film, attrice non protagonista, montaggio) e 2 SAG (cast, attrice protagonista), con in più i premio alla sceneggiatura originale ai WGA. Un prospetto che assomiglia palesemente ai premi vinti da Tre manifesti a Ebbing, Missouri, anche se in quest'ultimo caso il WGA non rientra nel palmarés per via della squalifica del sindacato degli sceneggiatori.
Che la storia possa ripetersi anche quest'anno?
Ma attenzione: la più sostanziale differenza tra la corsa all'Oscar di oggi e quella di venti anni fa è la differente modalità di votazione dell'Academy: maggioritaria nel 1999, preferenziale nel 2018. Se il film di Martin McDonagh è tuttavia il contendente più formidabile anche senza la nomination alla regia, la matematica del preferential ballot ci dice che i giochi sono ancora aperti per un colpo di scena finale. Appuntamento al 4 Marzo per scoprire il nome del film che dominerà gli Academy Awards, giunti alla loro novantesima edizione.