Classe 1939, nato a Detroit nel Michigan ma di famiglia di origine lucana, Francis Ford Coppola compie oggi 7 aprile ben 79 anni, figura monumentale ed imprescindibile della New Hollywood che durante gli anni '70, assieme ad altri mostri sacri come Steven Spielberg, Martin Scorsese e Brian De Palma, ha cambiato per sempre il volto del cinema internazionale.
Inutile e superfluo riassumere in poche righe la gloriosa e rivoluzionaria carriera dietro la macchina da presa di Coppola elencando i lungometraggi a cui ha impresso il suo indelebile marchio di fabbrica ( e non ce ne vogliano gli estimatori più duri di titoli come La conversazione, Il padrino - Parte II e Peggy Sue si è sposata), ma si preferisce invece la strada più impervia di un ideale trittico di lungometraggi che, seguendo i dettami dei generi cinematografici più disparati, hanno veramente cambiato il modo di fare film nel panorama moderno e contemporaneo.
Il padrino (1972)
Tre premi Oscar nel 1973 per il più rivoluzionario gangster movie di tutti i tempi. Allontanandosi dalla tradizione del genere cinematografico suddetto dai toni più violenti e spregiudicati, Coppola firma un miracoloso adattamento dal romanzo omonimo di Mario Puzo imbevendo la cronistoria della famiglia dei Corleone di elementi lirici e operistici. Qui la visione del gangster italo-americano è quella romantica e legata all'immaginario a cavallo tra Italia e Stati Uniti, e a rappresentare tale anello di congiunzione iconografica è l'indimenticabile Marlon Brando nei panni di Don Vito Corleone. Il capolavoro è sfornato. Seguirà due anni dopo il secondo capitolo, vincitore di 6 premi Oscar.
Apocalypse Now (1979)
Dopo lo straordinario successo dei due capitoli cinematografici de Il padrino, Coppola rischia il tutto e per tutto finanziario e produttivo con il dispendioso e periglioso Apocalypse Now, rilettura personale e contemporanea del "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad ambientata durante gli anni della contestata guerra in Vietnam. Fotografato dalle luci lisergiche di Vittorio Storaro, il war movie di Coppola segna il lento declino del tycoon di Hollywood ma fa, ancora una volta, la storia del genere cinematografico. Due premi Oscar alla fotografia e al montaggio.
Dracula di Bram Stoker (1992)
Dopo un decennio post-Apocalypse Now segnato da tanti titoli ma poco successo di pubblico e critica e una conseguente crisi personale ed artistica, Coppola reinventa il mito del vampiro con l'adattamento cinematografico di Dracula di Bram Stoker, fortunata rilettura letteraria con protagonista un camaleontico Gary Oldman sull'onda del successo internazionale. Ad oggi il film di Coppola risulta come il più fedele adattamento dal romanzo dell'irlandese Bram Stoker, creatore del personaggio fittizio dalle tinte gotiche più celebre della cultura popolare. Francis Ford Coppola stupisce con una messa in scena minuziosa, evocativa e genuinamente terrificante, il cui sforzo produttivo porta al film tre statuette ai costumi, al trucco e al montaggio sonoro.