Venezia 75: I 10 film che potremmo vedere al festival

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Di Gabriele La Spina

Con Cannes ormai alle nostre spalle è il Festival di Venezia, l’evento del cinema europeo più atteso, e dopo una selezione non proprio esaltante del festival francese ben più blasonato, fatta eccezione per le pellicole di Spike Lee e Lars Von Trier, seppur non in piena forma, Venezia potrebbe mettere ufficialmente nell’ombra Cannes con una forte selezione di titoli.

Un’apertura alla televisione e a Netflix, ben lontana dagli ideali di Cannes, e soprattutto una data di collocazione, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, molto più agevole per il lancio di una pellicola verso i premi maggiori, fanno ad oggi di Venezia uno dei festival più interessanti al mondo. Lo scorso anno ha visto il trionfo di Guillermo del Toro con il suo La forma dell’acqua, titolo che si è confermato poi miglior pellicola dell’anno agli Oscar, perpetuando la tradizione di pellicole che continuano a farsi sentire dal loro lancio al lido, come La La Land, Birdman e Gravity negli anni precedenti. Per la sua 75ª edizione del Toro tornerà, stavolta in veste di presidente di giuria; numerosi i titoli sussurrati nei corridoi per la line-up, il cui annuncio avverrà il prossimo luglio.

Suspiria di Luca Guadagnino
Potrebbe essere la prima pellicola confermata per la selezione, a quanto pare la stessa produzione ha rivelato a Variety di essere alle prese con gli accordi per la premiere al festival. Si tratta del remake della pellicola di culto di Dario Argento, ad opera del regista nostrano Luca Guadagnino, sulla cresta dell’onda dallo scorso anno grazie al dramma LGBT, Chiamami col tuo nome. In Suspiria vedremo Dakota Johnson e Tilda Swinton, di nuovo col regista dopo A Bigger Splash e Io sono l’amore, portare sullo schermo ancora una volta la storia di Susie Bannon, una giovane americana, che arriva nella prestigiosa accademia di danza Markos Tanz a Berlino nel 1977 nello stesso momento in cui scompare in circostanze misteriose la ballerina Patricia. Mentre fa straordinari progressi sotto la guida della rivoluzionaria direttrice Madame Blanc, Susie stringe amicizia con la ballerina Sara, che condivide con lei i suoi sospetti sui segreti oscuri e minacciosi che incombono sulla compagnia.
Peterloo di Mike Leigh
Il film di Leigh è ambientato nel 1819, a Manchester, quando nella località di St. Peter”s Field una tranquilla manifestazione di lavoratori si trasforma in rivolta quando l’esercito britannico con il suo attacco causa numerosi morti e feriti. Il regista potrebbe tornare al festival dopo la vittoria del Leone d’Oro con Il segreto di Vera Drake nel 2004; è al contempo uno dei titoli più indicati per i prossimi Oscar, che promette di riportare in auge il regista inglese la cui ultima nomination risale al 2011 per il film Another Year.
First Man di Damien Chazelle
Potrebbe sembrare azzardato indicare First Man come titolo d’apertura del festival, dopo la sfavillante apertura di La La Land due anni fa. Ma evitando una ripetizione simile, Chazelle potrebbe fare comunque ritorno in selezione, dove già è stato ben accolto, sperando di avere la stessa fortuna con il suo rischioso biopic. Con Ryan Gosling e Claire Foy tra i protagonisti, First Man è ambientato nel 1961, quando la Nasa si propone come scopo quello di mandare il primo uomo sulla Luna. Ci riesce nel 1969 grazie a Neil Armstrong, un uomo che in nome del progresso e della Nazione affronterà sacrifici e costi personali.
The Favorite di Yorgos Lanthimos
Un recente tweet della 20th Century Fox Italia, diceva “profumo di capolavoro” riguardo il nuovo film di Lanthimos. Il regista, forse tra i più rivoluzionari del panorama contemporaneo, compirà un passo forse obbligato quando si ha alle spalle una major simile, ma si spera non falso. Per la prima volta in The Favorite infatti, il regista greco non firma la sceneggiatura, interamente realizzata da Deborah Davis, sceneggiatrice al suo esordio. E dopo l’asettico quanto mastodontico The Killing of a Sacred Deer, Lanthimos si concede inaspettatamente la dramma in costume, dirigendo la gettonata Emma Stone, insieme alle più navigate Rachel Weisz e Olivia Colman, entrambe di ritorno davanti alla camera del regista dopo The Lobster. Il film è ambientato in Inghilterra, all’inizio del XVIII secolo, quando la regina Anne vede il suo rapporto con la sua consigliera e amante clandestina Sarah Churchill, la duchessa di Malborough, sconvolto dall’arrivo di Abigail, la giovane cugina della duchessa. Ben presto, gli equilibri di potere tra le tre donne finiranno per influenzare anche i rapporti tra la sovrana e la corte.
La mia vita con John F. Donovan di Xavier Dolan
Nel nuovo film di Dolan, seguiamo le vicende di John F. Donovan, giovane star televisiva, in un momento di crisi inizia una relazione epistolare con Rupert Turner, aspirante attore che vive con la madre in Inghilterra. Quando lo scambio di lettere viene reso pubblico in maniera fin troppo ambigua, ne consegue uno scandalo che distrugge la carriera di John. Dieci anni dopo, durante un’intervista, Rupert incontrerà per la prima volta il suo idolo di un tempo. Il regista di Mommy, potrebbe tornare a Venezia, dopo essere stato bistrattato dalla critica di Cannes per il suo È solo la fine del mondo. Lo stesso Dolan ha rivelato di essere stato invitato al festival francese ma di aver rifiutato, inoltre la produzione sembra più che intenzionata a un lancio della pellicola al Festival di Toronto, e si spera in contemporanea, come spesso accade, anche a Venezia.

Boy Erased di Joel Edgerton
L’uscita della pellicola fissata per la fine di settembre lascia ben presagire una volontà da parte di Focus Features, di portare il film, seconda pellicola da regista per l’attore australiano Joel Edgerton, nel circuito dei festival autunnali e di fine estate, come Telluride, Venezia e sicuramente Toronto. Dramma di matrice LGBT, Boy Erased è l’adattamento delle memorie di Garrard Conley, figlio di un predicatore battista costretto a prendere parte a un programma di conversione per gli omosessuali, supportato dalla Chiesa. Nel cast Lucas Hedges, Russell Crowe e Nicole Kidman.
Destroyer di Karyn Kusama
E potrebbe essere anche una doppietta per la Kidman, interprete australiana in piena rinascita artistica. Quello di Karyn Kusama, interessante regista del recente horror The Invitation, è divenuto però il progetto più chiacchierato e ottenuto da Annapurna, per la distribuzione americana, per una cifra record. La pellicola, definita come un one-woman-show racconta le vicende di Erin Bell, un’agente dell’FBI sotto copertura in una temibile setta, diversi anni dopo, ormai devastata dagli eventi vissuti e continuamente tormentata, si ritrova a dover lottare nuovamente con il suo passato. 
The Beach Bum di Harmony Korine
Lo straordinario regista, pioniere del cinema indie americano, aveva già infiammato il festival veneziano con il suo Spring Breakers. Oggi si propone di tornare con la sua nuova pellicola che ha come protagonisti Matthew McConaughey e Zac Efron. Descritta come un vero e proprio trip, sotto effetto di acidi, The Beach Bum segue le vicende di un tossico dall’indole ribelle di nome Moondog, che vive la vita seguendo regole del tutto proprie. Anche in questo caso Korine firma la sceneggiatura.
Beautiful Boy di  Felix Van Groeningen
“Qualcuno può spiegarmi cosa è successo al mio bellissimo figlio? Cosa ho fatto di sbagliato?”: queste sono le strazianti domande che David Shelf si pone quando si sveglia ogni giorno. Suo figlio Nic ha appena 18 anni ed è dipendente dal crystal meth. Con il suo problema, Nic non mette in pericolo solo il suo futuro ma anche quello di tutta la sua famiglia. David dovrà resistere a tutto pur di salvare suo figlio. La star del momento, Timothée Chalamet, potrebbe approdare al lido con la pellicola prodotta da Amazon, dal regista dello stucchevole Alabama Monroe, al suo debutto in lingua inglese. Materiale da Oscar, dunque da Venezia.
Roma di Alfonso Cuarón
Porte chiuse a Cannes, spalancate a Venezia. Netflix potrebbe seriamente portare il suo titolo di punta al lido, dove Cuarón è stato già ben accolto con Gravity. E poi quale miglior piazza di debutto, se non quella italiana, per un film dal titolo simile? Tuttavia l’ambientazione del film di Cuarón è assolutamente contraria a quanto si possa immaginare del titolo, si tratta infatti del racconto di un anno della vita di una famiglia appartenente alla classe media di Città del Messico, sullo sfondo dei primi anni Settanta.
Altri titoli di possibile debutto sono If Beale Street Could Talk di Barry Jenkins, Highlife di Claire Denis, papabile dopo aver saltato Cannes, così come Widows di Steve McQueen, che ha già calcato il tappeto rosso del festival con Shame. Inoltre Mektoub, My Love: Canto Due di Abdellatif Kechiche, già passato lo scorso anno per il primo capitolo, l’agognato Radegund di Terrence Malick,  il remake A Star is Born diretto da Bradley Cooper, Non-Fiction di Olivier Assayas che come la Denis ha saltato Cannes, Maya di Mia Hansen-Love, Domino di Brian de Palma e infine Henrico’s Farm di Lav Díaz.

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