1.8.18

Ant-Man and the Wasp - La recensione del divertente sequel targato Marvel

Di Simone Agueci

I Marvel Studios tornano al cinema con il nuovo Ant-man and the Wasp diretto nuovamente da Peyton Reed, già regista del primo capitolo dell'uomo formica, e seppur silenziosamente lo fanno in grande stile.

La pellicola si inserisce cronologicamente pochi mesi dopo Captain America: Civil War e subito prima di Avengers: Infinity War ed ha come protagonista uno Scott Lang, interpretato da un divertentissimo Paul Rudd, agli arresti domiciliari in seguito agli eventi accaduti durante la “guerra civile” tra Tony Stark e Steve Rogers.
Scott sembra aver voltato pagina e appare sempre più lontano dal mondo dei vendicatori interessato solamente a riallacciare il rapporto con la figlia e a vivere una vita normale per quanto possibile. Mentre Ant-Man decidere di appendere il costume al chiodo, dall'altra parte ci sono Hope van Dyne (Evangeline Lilly) e il Dott. Hank Pym (Micheal Douglas) che cercano in tutti i modi e con ogni mezzo possibile di ritrovare e riportare a casa Janet van Dyne, scomparsa anni addietro nel regno quantico durante una missione.

Il concatenarsi degli eventi porterà alla comparsa di un nuovo villain chiamato “Ghost” capace di rendersi intangibile e di passare attraverso gli oggetti; per fermarla Scott dovrà ricongiungersi con Hope, divenuta ormai la nuova wasp, e con Hank provando a ricucire i rapporti tra loro. Durante tutta la visione del film il tema ricorrente è quello della famiglia in tutte le sue sfaccettature e questo ci viene fatto notare sin dal primo minuto grazie ad un flashback in cui Hope gioca a nascondino con la madre Janet (Michelle Pfeiffer) trasmettendo tristezza, ma allo stesso tempo speranza e spensieratezza grazie al rapporto che Scott ha con sua figlia che va molte volte in contrapposizione con quello tra le due.


I rapporti familiari vengono sviluppati e delineati in maniera ottimale durante tutto l'arco narrativo; il  salvataggio della wasp originale si inserisce nella trama diventando il punto fondamentale della trama analizzando accuratamente i legami della famiglia van Dyne, ma anche la stessa Ghost ha una storyline approfondita anche se poco carismatica e a tratti banale. Riguardo il comparto tecnico la Marvel come al solito non delude quasi mai: le sequenze d'azione risultano gradevoli e ben studiate sfruttando più gli elementi della tuta e meno i fattori ambientali se non per qualche eccezione a differenza del primo capitolo che puntava più sull'ambiente esterno.

Con il peso di colossi alle spalle come Black Panther e Avengers Infinity War, il secondo capitolo di Ant-Man riesce comunque ad essere convincente pur essendo lontano anni luce dai film sopra citati sia per tematiche affrontate che per ambientazione; non è tuttavia privo di difetti come nell'eccessiva comicità in alcune scene o in alcune sequenze fin troppo prevedibili, ma nel complesso è un film che intrattiene e lo fa dannatamente bene.

VOTO : 7.5/10