Di Daniele Ambrosini
Probabilmente non sono in molti ad essere a conoscenza di questa piccola serie neozelandese, composta da soli sei episodi, andata in onda nel corso dell'estate, e che probabilmente non arriverà mai sui piccoli schermi italiani o su quelli americani, precludendosi un po' di quella notorietà che sicuramente meriterebbe, ma Wellington Paranormal è un vero e proprio gioiellino di comicità. La serie tv rivelazione di questa stagione arriva da un panorama televisivo ai più sconosciuto, quello neozelandese, che da oggi meriterà maggiore attenzione, nella speranza di non essere di fronte ad un unicum.
Creata e prodotta da Taika Waiti e Jemaine Clement, Wellington Paranormal è uno spin-off del loro What We Do In The Shadows, brillante commedia del 2014. Apparsi brevemente in una delle scene più divertenti del film, gli agenti O'Leary e Minogue adesso sono promossi a protagonisti e, capitanati dal sergente Maaka, che coordina l'unità segreta destinata alla vigilanza dei fenomeni paranormali nella città di Wellington, indagano ogni settimana su un caso diverso. La capitale della Nuova Zelanda sembra infatti una cittadina tranquilla, ma in realtà è lo sfondo perfetto per numerose attività classificabili come paranormali, nonché casa di svariate entità, dai demoni ai fantasmi.
Lo show presenta una struttura da "mostro della settimana" che lo avvicina molto ad X-Files, serie a cui Wellington Paranormal guarda con occhio ironico in numerose occasioni, tanto da poter sembrare addirittura una parodia; ma sarebbe riduttivo guardare a Wellington Paranormal solo come un prodotto pensato per scimmiottare produzioni, come la serie di Chris Carter, che guardano al mondo del paranormale, infatti siamo innanzitutto di fronte ad una serie costruita con una grande lucidità di scrittura che trova la propria forza nel rapporto tra i suoi protagonisti e nella capacità di rielaborare schemi e strutture classiche non solo della tv, ma anche di molto cinema horror, per generare comicità attraverso l'originalità e la freschezza delle situazioni nelle quali i personaggi sono inseriti. Certo, i riferimenti e i rimandi ad altre opere sono numerosi e spesso particolarmente azzeccati, ma c'è tanto altro che rende questa serie degna di essere vista ed apprezzata.
L'apparente professionalità ed integrità degli agenti O'Leary e Minogue si scontra con la loro ostentata ingenuità e con la totale impreparazione in campo paranormale, da ciò scaturiscono le situazioni più ironiche. A rendere ancora più divertente la caratterizzazione naive dei personaggi c'è la consapevolezza della presenza delle videocamere - infatti la serie è girata in stile mockumentary - che spesso aggiunge un esilarante tocco di imbarazzo alle (dis)avventure di questa nuova scoppiettante coppia di poliziotti. Wellington Paranormal non ha evidenti sottotrame legate alla vita privata dei suoi protagonisti, ma si concentra unicamente sulla vita nella stazione di polizia e sui casi apparentemente inspiegabili che di settimana in settimana vengono portati all'attenzione dei due protagonisti. La mancanza di sottotrame e di una trama orizzontale sono dovute alla natura episodica della serie e sono funzionali a enfatizzare la natura puramente comica della serie che, infatti, non è affatto interessata ad appropriarsi di quel tocco drammatico di fondo che aveva caratterizzato What We Do In The Shadows. E va bene così perché i personaggi sono fedeli a quelli già mostrati nel film: caricaturali e grotteschi fino all'eccesso, ma sempre, sempre divertenti. Speriamo di poterli rivedere in azione in una seconda stagione, nella speranza che la serie raggiunga gli schermi del nostro paese.
VOTO: 8,5/10