4.9.18

Venezia 75: Acusada - La recensione del film argentino in concorso ufficiale

Di Daniele Ambrosini

Dolores è una ragazza accusata di aver ucciso la migliore amica, Camilla. Dopo due anni e mezzo dal delitto vengono finalmente formulate le accuse contro di lei che dovrà perciò difendersi in tribunale. Il suo caso è diventato incredibilmente popolare, ma i media non sono dalla sua parte. La vita di Dolores e della sua famiglia è cambiata per sempre dopo quel tragico evento e per loro questo processo rappresenta l'ultima spiaggia prima del tracollo finanziario ed emotivo che distruggerebbe per sempre il fragile equilibrio che si era venuto a creare grazie ad un pericoloso clima di silenzio.
Acusada è un film scritto con intelligenza e cognizione di causa che mette in gioco numerosi elementi ed è in grado di bilanciarli, creando un film molto ordinato, sorretto da una trama facile da seguire ma allo stesso tempo avvincente, che finisce però per essere un po' troppo convenzionale. Acusada manca dell'audacia alla base di un altro thriller giudiziario argentino di recente memoria come Il segreto dei suoi occhi, il film di Gonzalo Tobal preferisce piuttosto percorrere territori più noti e rifarsi ad un modello di narrazione più internazionale; infatti Acusada guarda molto al procedural drama americano, quello di impostazione televisiva che da Law & Order in avanti ha fatto la fortuna dei network a stelle e strisce, peccando di mancanza di carattere e finendo per sembrarne un prodotto derivato. La precisa scelta di attinenza ad un genere ormai ampiamente sfruttato non permette a questo film dalle premesse interessanti di brillare.

Ciò che davvero rende interessante Acusada sono le interpretazioni molto convincenti di un cast molto variegato capitanato da Lali Espòsito, nota popstar internazionale e attrice di telenovelas al suo primo ruolo drammatico per il grande schermo, ed arricchito dalla breve ma incisiva partecipazione di Gael Garcìa Bernal; è grazie a loro se ci si appassiona tanto ad un processo dalle logiche così familiari. Non si tratta di un brutto film, anzi siamo di fronte ad uno dei film più scorrevoli e genuinamente meno impegnativi del concorso veneziano, ma dal quale ci si aspettava di essere scossi un po' di più, tutto qui.

VOTO: 7/10