23.10.18

Roma 2018: Skate Kitchen - La recensione del nuovo film della regista di 'The Wolfpack'

Di Daniele Ambrosini

L'esordio alla regia di un film di fiction della documentarista Crystal Moselle, autrice del premiatissimo The Wolfpack, è in realtà un film ibrido tra documentario e finzione che nasce dall'incontro tra la regista ed un gruppo di skater newyorkesi con cui aveva realizzato un cortometraggio intitolato That One Day nel 2016, del quale il film è praticamente un'estensione. 

Camille vive con la madre a Long Island e passa i suoi pomeriggi nel vicino skate park finché un giorno non ha un piccolo incidente sulla tavola: una ferita interna se non rimarginata a dovere potrebbe non consentirle di avere figli in futuro; così la madre le impone di non fare più skate. Camille in un primo momento acconsente, ma dopo qualche giorno decide di prendere la metro ed attraversare la città per andare di nascosto in un nuovo skate park, dove sa che troverà alcune ragazze che segue da tempo su instagram, un collettivo chiamato Skate Kitchen. In breve tempo decide di scappare di casa per stare più vicina alle sue nuove amiche.

Skate Kitchen è un film che ha alla base un linea giusto vagamente accennata di sceneggiatura, la mano della Moselle si posa leggera sulle sue protagoniste che, come da lei dichiarato, hanno aiutato a scrivere lo script del film, improvvisando e proponendo alcune delle situazioni. La Moselle conosce e osserva queste ragazze e da brava documentarista, ne coglie l'essenza e la ripropone all'interno di una storia di finzione. Il cast è perciò quasi interamente composto da esordienti, gli unici attori professionisti nel film sono Jaden Smith (After Earth) ed Elizabeth Rodriguez (Orange Is The New Black). Concettualmente siamo a metà tra l'approccio di Roberto Minervini e quello di Larry Clark. Ed è impossibile non notare l'enorme debito che la Moselle ha soprattutto con quest'ultimo, il cui film Kids sembra essere il modello di partenza di Skate Kitchen che si pone come una versione ripulita e declinata al femminile del cult realizzato da Clark nel 1995. Certo, manca la critica sociale e la ricerca sul linguaggio e le tematiche dell'adolescenza che da sempre ossessiona Clark, ma è presente la stessa voglia di realizzare un film a "misura d'adolescente". La Moselle ascolta le sue protagoniste ed è più interessata a far emergere le loro personalità, ad osservarle, senza imporre loro una linea narrativa pesante, per comprenderle meglio; per questo alla fine il film risulta un po' evanescente, molto volatile, e non è un male. 

Quella di Skate Kitchen è una narrazione leggera che tralascia i grandi temi e il sottotesto politico tipico di produzioni simili per concentrarsi sull'intimità della sua protagonista e delle sue amiche. Se i film di Larry Clark sono gridati e sporchi, quest'ultimo lavoro di Crystal Moselle è un lavoro sussurrato e molto ordinato. Un piccolo gioiellino del cinema per ragazzi moderno, un coming of age atipico che non ha paura di prendersi i suoi tempi e che probabilmente resterà indigesto a chi da un film del genere si aspettava più sostanza, contenuti più espliciti e diretti.

VOTO: 7,5/10