Di Simone Fabriziani
Sequel del film di enorme successo di critica del 2015 Sicario (diretto dal canadese Denis Villeneuve con una magnifica Emily Blunt), Soldado amplia la veduta del racconto del capitolo precedente pur mantenendone i punti di forza maggiori. Se il film di Villeneuve si presentava come una confezione esemplare di equilibrio tra vertiginosa azione e potente riflessione sulla sempiterna evoluzione della criminalità di confine, il Soldado di Stefano Sollima agisce per effetto concettualmente contrario. Qui è la dinamicità dell’azione a regalare i momenti maggiormente d’efficacia del film, grazie soprattutto alla abilità del regista italiano di sapersi districare tra fili narrativi che amplificano lo spettro rispetto al capitolo precedente , e tra sequenze ad altissima tensione.
Per apprezzare a pieno il pur ambizioso Soldado di Stefano Sollima (la sceneggiatura è ancora una volta affidata al solido Taylor Sheridan) bisogna sapere allo stesso tempo sapersi allontanare dal successo del 2015; dopo le ottime prove televisive in serie come Romanzo criminale e Gomorra e il cupo noir romano Suburra, Sollima conferma di sapersi destreggiare in racconti per immagini dove è la azione stessa a saper guidare le fila del discorso cinematografico. Seppur un secondo capitolo manierato ma pur tuttavia godibilissimo, Soldado apre le porte ad eventuale terzo capitolo e alle possibilità di collaborazioni statunitensi per il regista nostrano, attualmente vociferato dietro la macchina da presa di progetti in lingua inglese e ad alto budget come l’adattamento del videogame Call of Duty.
VOTO: 6,5/10