Richard è un professore
universitario di letteratura inglese circondato dagli agi della vita borghese.
La tranquilla esistenza dell’uomo viene però sconvolta il giorno in cui gli
viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Da quel preciso momento, Richard decide
di vivere la sua vita come mai aveva osato sino ad allora: instaura finalmente
un rapporto sincero con la moglie fedifraga, si dedica a tempo pieno alla
figlia e soprattutto assume il ruolo di amico e mentore con i suoi studenti,
lanciandosi in lezioni estreme cariche di insegnamenti preziosi.
Johnny
Depp
torna sul grande schermo libero dalle più disparate maschere indossate negli
ultimi anni per blockbuster quali Pirati
dei Caraibi e Animali fantastici e
dove trovarli; il regista Wayne
Roberts dirige l’attore in quella che sembra, almeno in parte, una
parentesi di vita dello stesso Depp. Il protagonista Richard è un uomo che
dalla vita ha avuto tutto: un ottimo impiego presso un college molto
prestigioso, una famiglia e il rispetto di chi lo circonda. La notizia circa il
suo cancro arriva come un fulmine a ciel sereno e l’uomo si ritrova davanti ad
un bivio esistenziale: tentare una cura e finire i suoi giorni in un’asettica
clinica oppure iniziare finalmente a vivere ogni momento assaporandolo fino in
fondo. Richard -ovviamente- segue il suo istinto e molla tutti i freni
inibitori che lo avevano intrappolato nella sua personale comfort zone. Ecco
allora che l’uomo fa di questa terribile rivelazione una rivoluzione che
coinvolge tutti gli aspetti della sua vita, tanto pubblici quanto privati. Egli
cambia radicalmente il suo metodo di insegnamento, dimezzando la classe ma
aumentando esponenzialmente la qualità delle lezioni: i suoi studenti non sono
più costretti tra gli angusti banchi della classe ma esprimono il loro punto di
vista in luoghi in cui è inusuale tenere una lezione accademica, come ad
esempio un pub dalle procaci cameriere.
Nelle sue giornate lavorative, Richard impara a dedicarsi in modo totale ai suoi studenti, instaurando nello specifico un legame forte con una di loro, Claire (Zoey Deutch); rafforza, se possibile, il già profondo legame col collega Peter (Danny Huston), molto più dispiaciuto e in apprensione dello stesso Richard. La malattia funziona per il protagonista anche come pretesto per affrontare l’infedeltà della moglie (Rosemarie DeWitt) e costruire con lei un dialogo finalmente sincero e aperto; infine, Richard assume a pieno titolo il ruolo di padre con la figlia Olivia (Odessa Young) la quale, avendo da poco scoperto la sua omosessualità, necessita più che mai dell’approvazione dei genitori; e se la madre egoisticamente gliela nega, per la prima volta il padre è pronto ad offrirle sostegno incondizionato. Più che nella sua versione italiana Arrivederci professore, è il titolo in lingua originale Richard says Goodbye a rendere giustizia al senso del film e a racchiuderne tutto il significato: Richard dice arrivederci a molti aspetti della sua vita, più o meno volentieri. Lo urla all’infedeltà della moglie e alle ingiustizie sul lavoro; lo dice in modo divertente e divertito al suo migliore amico; lo augura alla figlia come un messaggio di speranza. Quale che sia la situazione, Richard dice arrivederci a questo mondo in modo del tutto consapevole e senza rimpianti.
Nelle sue giornate lavorative, Richard impara a dedicarsi in modo totale ai suoi studenti, instaurando nello specifico un legame forte con una di loro, Claire (Zoey Deutch); rafforza, se possibile, il già profondo legame col collega Peter (Danny Huston), molto più dispiaciuto e in apprensione dello stesso Richard. La malattia funziona per il protagonista anche come pretesto per affrontare l’infedeltà della moglie (Rosemarie DeWitt) e costruire con lei un dialogo finalmente sincero e aperto; infine, Richard assume a pieno titolo il ruolo di padre con la figlia Olivia (Odessa Young) la quale, avendo da poco scoperto la sua omosessualità, necessita più che mai dell’approvazione dei genitori; e se la madre egoisticamente gliela nega, per la prima volta il padre è pronto ad offrirle sostegno incondizionato. Più che nella sua versione italiana Arrivederci professore, è il titolo in lingua originale Richard says Goodbye a rendere giustizia al senso del film e a racchiuderne tutto il significato: Richard dice arrivederci a molti aspetti della sua vita, più o meno volentieri. Lo urla all’infedeltà della moglie e alle ingiustizie sul lavoro; lo dice in modo divertente e divertito al suo migliore amico; lo augura alla figlia come un messaggio di speranza. Quale che sia la situazione, Richard dice arrivederci a questo mondo in modo del tutto consapevole e senza rimpianti.
Arrivederci
professore è un film dalle buone intenzioni che presenta promettenti
basi di partenza, a cominciare dallo stesso Depp; è piacevole ritrovare
l’attore spogliato di qualsivoglia travestimento, sinceramente divertito da
questo ruolo apparentemente semplice, ma che reca con sé anche un certo grado
di difficoltà. Depp passa dal comico al melodrammatico in modo assolutamente
convincente e ci si augura che possa continuare su questa strada per
riprendersi da alcuni recenti scivoloni. Per quanto riguarda la pellicola, essa
presenta un divario netto: nella prima metà del film, il delicato tema della
malattia viene affrontato coraggiosamente con toni leggeri e spontanei dal
regista, il quale ricalca la personalità di Richard e ne offre un ritratto
autentico e genuino; giungendo alla seconda parte del film, si passa in modo
troppo repentino ad una narrazione greve che niente ha a che vedere con la
prima: viene quindi a crearsi un contrasto che si risolve in modo abbastanza
sbrigativo, lasciando lo spettatore con qualche perplessità.
Arrivederci
professore arriverà nelle sale italiane il prossimo 20 giugno
tramite una distribuzione Notorious
Pictures.