Sono passati più di vent’anni da Il grande Lebowski, film cult diretto dai fratelli Coen, e più di trenta (o almeno così ci ha comunicato il suo autore) dalla creazione di Jesus Quintana, personaggio che l’attore, regista e sceneggiatore John Turturro inventò personalmente e che impersonò nell’opera con Jeff Bridges. A detta dell’italo-americano si trattava di un semplice prestito fatto a Joel e Ethan e la dimostrazione l’abbiamo oggi con l’uscita di Jesus Rolls, film interpretato, diretto e scritto da Turturro stesso dove Quintana diventa protagonista, lasciandosi alle spalle praticamente qualunque legame con l’opera dei Coen seppur il titolo venga venduto come uno spin-off.
Non solo quindi la storia è in realtà un remake del film francese I santissimi di Blier (tratto a sua volta da un romanzo del regista) ma inoltre, eccetto le accuse di pedofilie dileguate all’inizio del film e una sporadica scena in una sala da bowling, non vuole palesemente avere niente a che fare con il passato. In un’epoca cinematografia dove le operazioni nostalgia vengono realizzate anno dopo anno continuamente dovremmo essere felici di questa decisione eppure il film non funziona, sotto praticamente nessun punto di vista. La ragione fondamentale è che Turturro ha scritto, e questo sì in continuità con i Coen, una serie di personaggi sopra le righe, dimenticandosi però di dare loro tridimensionalità, che continuamente si spingono al limite senza mai superarlo (probabilmente per paura di non creare empatia con il pubblico) in una storia che procede per peripezie piuttosto che con il raccontare veramente qualcosa.
Se da una parte tutti gli uomini appaiono inetti (in particolare modo Jesus e il suo compagno Petey, interpretato da Bobby Cannavale), le donne (Audrey Tautou, Susan Sarandon, Sonia Braga) acquisiscono un potere che passa esclusivamente per il loro libertinismo sessuale; il tema del sesso si inserisce prepotentemente e insistentemente in tutto l’arco narrativo, stancando il più delle volte e non raccontando mai niente di davvero nuovo e nemmeno in maniera brillante. A stancare è comunque un po’ tutto il film, soprattutto quando tenta di farci ridere finendo con lo strappare al massimo qualche sorriso a mezza bocca, puntando a volte su uno humor nero che diversamente da quello coeniano fa acqua da tutte le parti. E non aiutano di certo un’impostazione regista che tenta di imitare uno stile più europeo e autoriale ad ogni costo, una colonna sonora ridondante dal sapore latino e un montaggio che a volte alterna diverse scene senza logicità.
Jesus Rolls - Quintana è tornato! è decisamente un film random, come random sono gli eventi in esso, perfino quelli dal potenziale più consistente (ad esempio quello tendenzialmente drammatico che vede l’entrata in scena della Sarandon), che forse sarebbe stato definito di una genialità d’avanguardia forse più di quarant’anni fa, ben prima della creazione del protagonista che protagonista non lo sarebbe mai dovuto diventare. Almeno non così.
VOTO: 4/10