Roma 2019: La famiglia Addams – La recensione del remake animato targato MGM

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Di Daniele Ambrosini

La lugubre famiglia Addams torna sul grande schermo con un nuovo film, questa volta animato, targato MGM, diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, i registi dietro l’irriverente Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia

In questa nuova interazione i coniugi Addams trovano la loro nuova casa dopo essere stati cacciati da dei bifolchi che non li volevano nella loro città. In questa villa, infestata da un fantasma che continua a ripetergli di andarsene e posizionata sulla cima di una collinetta avvolta dalla nebbia, Gomez e Morticia mettono su famiglia. Passati anni un’avida agente immobiliare ingaggia una battaglia personale contro gli Addams per ristrutturare la loro casa e renderla conforme all’immagine della tipica abitazione dei sobborghi che vuole che tutte le case abbiano; nel frattempo Mercoledì inizia la scuola e attraversa una fase ribelle, e Pugsley deve affrontare una cerimonia tradizionale della famiglia Addams che decreterà il suo passaggio alla vita adulta, tutti i parenti verranno ad assistere.
La famiglia Addams è un marchio consolidato, ormai diventato un cult che pure chi non ha mai visto direttamente i film degli anni ’90 o le serie animate conosce come un simbolo della cultura popolare. Ciò che questo film non è in grado di sfruttare è proprio l’appeal che questi personaggi hanno su un pubblico adulto, quel pubblico che già conosce e ama questi personaggi. La famiglia Addams versione 2019, infatti, nonostante sia stato affidato ai registi del cartone animato più adulto dell’ultimo periodo, è un film con un pubblico di riferimento decisamente giovane che ha ben poco da offrire a quegli adulti che spinti dall’effetto nostalgia andranno in sala per vedere questo nuovo capitolo dedicato a Mercoledì e alla sua strampalata famiglia dark.

Un’ironia all’acqua di rose che gioca costantemente sulla presunta oscurità di questi personaggi traina un film che procede principalmente per gag (alcune più riuscite di altre) e che a conti fatti sembra un po’ discontinuo. Ad ogni personaggio della famiglia corrisponde infatti una sottotrama che procede abbastanza scollegata da quella degli altri parenti, salvo poi convergere nel movimentato finale, divertente ma molto fine a sé stesso e chiaramente votato alla veicolazione del messaggio sociale alla base dell’intera operazione. Pure qui si parla di diversità, di integrazione e di conformismo, lo si fa in modo esplicito, ma in fondo va bene così, ciò che funziona meno è il percorso che si fa per arrivare a parlarne, l’intreccio del film stesso, che risulta, per l’appunto, un po’ slegato.

Buona parte dell’ironia nel film scaturisce dal fatto che gli Addams siano presentati come l’antitesi di una famiglia perfetta, come un gruppo di persone che ha deciso di vivere tutta la sua vita nel “giorno dei contrari”, e se all’inizio battute del tipo “che terribile giornata!” o  “questa casa è orrenda, è perfetta per noi!” funzionano e strappano un sorriso, alla lunga finiscono per annoiare e suonare ripetitive, lo stesso vale anche per le gag puramente visive (la casa impolverata di proposito, Mercoledì vestita di rosa ecc…). I bambini possono digerire di più, un’ironia più dark e più complessa, come hanno dimostrato in maniera efficace prodotti come Una serie di sfortunati eventi, che sui contrasti e il lato dark dei personaggi e delle situazioni gioca molto bene, ma anche certi film di Tim Burton che sono amati anche dal pubblico più giovane per il loro tocco gotico leggero.

Destinato principalmente a bambini e a nostalgici delle vecchie serie animate, La famiglia Addams è un film d’animazione innocuo, non completamente da buttare, ma privo di mordente. Nota positiva per i piccoli easter egg che faranno la gioia dei fan di vecchia data e per il doppiaggio italiano che può contare sulle voci di Virginia Raffaele, Pino Insegno e Loredana Bertè.  

VOTO: 5/10

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