16.6.21

Luca - La recensione del film Disney/Pixar diretto dall'italiano Enrico Casarosa

Di Simone Fabriziani

In una splendida città di mare della Riviera italiana, un giovane ragazzo vive un'esperienza di crescita personale durante un'indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: lui in realtà è un mostro marino proveniente da un altro mondo situato appena sotto la superficie dell'acqua. Debutta venerdì 18 giugno su Disney + il nuovo gioiellino targato Pixar diretto dal candidato all'Oscar Enrico Casarosa (La Luna).

Perché vedere Luca?

Il primo lungometraggio d'animazione diretto dall'italiano Casarosa è solo apparentemente tra i titoli minori nel panorama dalla produzione Disney/Pixar negli anni; molti lo hanno comparato al già sottovalutato Il viaggio di Arlo, quando invece meriterebbe un posto d'onore tra i titoli più blasonati e premiati. Il più grande pregio di Luca è quello di saper raccontare con semplicità disarmante il coming-of-age estivo del piccolo protagonista attraverso un linguaggio cinematografico fatto di suggestioni e trovate narrative proprie del mondo dell'adolescenza: il desiderio di libertà, la solitudine e le incomprensioni che questa età porta con sé, le nuove amicizie per la pelle, le molteplici occasioni di crescita personale. Se dovessimo accostare Luca a classici dell'animazione passata, ma qui il paragone è di rimando tutto letterario, potremmo affermare che il lungometraggio diretto da Casarosa (che qui omaggia la sua infanzia sulle coste liguri) è il figlio spirituale di titoli come Pinocchio e La sirenetta. E cosa sono questi due classici della letteratura dell'infanzia (ma anche capolavori assoluti dell'animazione Disney) se non storie di crescita e raggiungimento di una maturità interiore ed esteriore? Il Luca di Casarosa svolge il suo compito a pieni voti proprio nel saper raccontare con semplicità disarmante e attraverso gli occhi (dis)incantati dei suoi piccoli protagonisti le gioie del passaggio dall'infanzia all'adolescenza. Come per la creatura di Carlo Collodi e per la fiaba adulta di Hans Christian Andersen, il personaggio di Luca è il focus di una trasformazione antropomorfa che ha più il sapore della trasfigurazione, il raggiungimento di un traguardo di intenti che culmina con la consapevolezza di se stesso e di quello che vuole diventare da adulto. Il Luca di Enrico Casarosa è, a tutti gli effetti, una coming of age story con tutti i crismi.

Perché non vedere Luca?

Perché è lecito aspettarsi il capolavoro annunciato dalla casa di produzione che ha regalato al suo pubblico opere come Up, Wall-E, Toy Story, Inside Out ed altri. Nel film d'animazione ad ambientazione ligure, si vola invece ragionevolmente basso, tutto è costruito e raccontato "a livello di bambino", nel linguaggio utilizzato dai suoi piccoli protagonisti fino al dipanamento della narrazione. Impossibile poi dribblare tout court le infinite citazioni ed omaggi alla cultura e alla lingua italiana; per lo spettatore nostrano, vedere Luca è vedersi rispecchiati in un trionfo di cliché e stereotipizzazioni che potrebbero risultare macchinose per il target italiano, ma che invece gradevolmente si amalgamano con grazia nel racconto, al ritmo di ballate pop estive firmate dalla voce nostalgica e frizzante di Edoardo Bennato.

VOTO: ★★★½