
Di Dario Ghezzi
Questa, in soldoni, la trama del film che sfrutta svariati spunti narrativi, come il mito di Orfeo ed Euridice, mette in scena una serie di leitmotiv classici. Frammenti dal passato, a detta della regista, che dirige una sua sceneggiatura originale, nasce in un momento particolare della sua vita: la sua prima gravidanza. Durante questo periodo, la donna ammette di non essersi mai staccata dal suo pc per poter scrivere il plot ma di essersi scontrata con l’eterno dualismo tra vita e morte. E, soprattutto, passato e futuro. Infatti, parallelamente alla gioia della gravidanza, le arrivò la notizia della morte del nonno molto amato. E, da qui, forse, il suo calcare la mano sull’ossessione del passato e ai vari tipi di morte: quella fisica e quella del ricordo delle persone. Da qui, l’esigenza di ripercorrere i “frammenti del passato” in un loop potenzialmente infinito.
Proprio su questo punto sembra arenarsi il film della Joy. Dovremmo abbandonarci al passato oppure guardare al futuro. La pellicola non sembra chiarirlo del tutto e usa l’espediente del meló per (non) rispondere a questa domanda, in modo forse semplicistico.
Frammenti dal passato unisce vari generi, azione, thriller, noir e romance senza però fare totalmente suo nessuno di questi. In effetti, le varie sotto-trame del film sono di scarso interesse per lo spettatore. Alcune incongruenze anche nella trama: ad esempio, se vivere di giorno è così impossibile come fanno i due innamorati a vivere la loro storia soprattutto di giorno? I tre attori protagonisti, Hugh Jackman, Rebecca Ferguson e Thandie Newton sono a loro agio e regalano buone performance.
Frammenti dal passato debutta nelle sale italiane a partire dal 26 agosto con una distribuzione Warner Bros.
VOTO: ★★★