6.2.22

Licorice Pizza - La recensione del nuovo film di Paul Thomas Anderson

Di Simone Fabriziani

Nella San Fernando Valley del 1973, Alana Kane e Gary Valentine crescono, si riconcorrono e si innamorano mentre cercano ognuno il proprio posto nel mondo. Arriverà nelle sale italiane il prossimo 17 marzo con Eagle Pictures Licorice Pizza, il nuovo film scritto, diretto e prodotto dal candidato all'Oscar Paul Thomas Anderson.

Perché vedere Licorice Pizza

Dopo l'exploit di pubblico e critica de Il filo nascosto del 2017, il regista e sceneggiatore statunitense torna alla Los Angeles suburbana e collaterale che già aveva bucato lo schermo della sua filmografia precedente con titoli osannati come Magnolia, Boogie Nights e Vizio di forma; qui la città degli angeli che ha dato alla luce anche lo stesso Paul Thomas Anderson si colora delle luci al neon notturne e dei sobborghi assolati della San Fernando Valley del 1973. Più che un film autobiografico (che non è nella maniera più assoluta), Licorice Pizza è una celebrazione gioiosa e vibrante degli anni che hanno formato il cineasta Usa nella sua infanzia ed adolescenza. Lo fa dando anima e corpo a due dei personaggi più memorabili della sua carriera; da una parte Alana Kane (la musicista statunitense Alana Haim, al suo folgorante esordio davanti la macchina da presa), dall'altra Cooper Hoffman, figlio d'arte del compianto Philip Seymour, che pure con Anderson aveva contribuito a dare alla luce ben quattro lungometraggi del regista (l'ultimo è stato il pluripremiato The Master), talenti adolescenziali vulcanici, puri, cristallini, di cui sentiremo parlare di più in futuro, molto probabilmente.

Licorice Pizza, oltre a ben inscriversi nel filone del coming-of-age movie, è ancor più soddisfacente se analizzato in chiave storico-sociale; negli ironici e spesso irresistibili siparietti "ad capitulum" che raccontano la crescita, la rincorsa e l'innamoramento di Alana e Gary, c'è tutto un mondo pullulato da personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, dello show business, dell'arte e della politica della California dei primi anni '70, decennio ricco di cambiamenti nel tessuto sociale statunitense e nelle abitudini culturali. Una cornice perfetta per raccontare con sapienza, mano ferma e un forte senso dell'ironia e del sarcasmo i tumulti del cuore di due adolescenti irrequieti e carichi di vitalità, plasmati dai cambiamenti esterni e che allo volta plasmano secondo il loro volere.


Per questo motivo sono da incorniciare i memorabili cammeo di contorno di Sean Penn, nei panni di un attore maturo che vive della sua vecchia gloria di riflesso, e il Jon Peters interpretato da Bradley Cooper, protagonista di alcune delle sequenze più esilaranti del lungometraggio di Anderson. Licorice Pizza è a tutti gli effetti un racconto di formazione tra i più seminali e definitivi del nuovo decennio, un contraltare perfetto alla "tetraggine" e all'eleganza formale che Paul Thomas Anderson aveva messo magistralmente in scena con il precedente Il filo nascosto, ma mirabilmente coerente alla poetica del cineasta Usa, che come pochi ha saputo illuminare di luce nuova, calorosa e vibrante i chiaroscuri della città di Los Angeles.

In attesa delle nomination ai 94° Oscar, Licorice Pizza ha già ricevuto 4 candidature ai Golden Globe e 5 menzioni ai Bafta.

Licorice Pizza arriverà nelle sale italiane a partire dal 17 marzo con Eagle Pictures

VOTO: ★★★★