Di Massimo Vozza
Vorrei tanto che la gente tornasse ad affollare le sale anche per andare a vedere film non ad alto budget. Magari italiani, per aiutare il cinema nostrano. E vorrei tanto che anche le commedie riuscissero a ottenere maggiore visibilità, perché c’è tanto bisogno di ridere e distrarsi. Poi però guardi l’ultimo film di Pieraccioni e ti torna in mente dove stanno i problemi, almeno da noi.
Il sesso degli angeli ti ricorda che nella commedia italiana non c’è praticamente spazio per le donne perché i comici mattatori sono praticamente tutti uomini che si ostinano a relegare le attrici in ruoli secondari, spesso come interesse amoroso del protagonista, e/o bidimensionali; certo, Sabrina Ferilli in questo ultimo film fa il suo lavoro dignitosamente, con dei tempi comici da manuale nonostante non sia un’interprete specializzata nel genere, ma lo script non riesce davvero a valorizzarla. E poi le altre componenti del cast, belle certamente ma sulla bravura poco si capisce visto lo spazio loro dato e l’essere intrappolate in personaggi nati esplicitamente dalla penna di uomini. Eppure la trama stessa avrebbe richiesto una donna dietro le quinte: se decidi di raccontare una storia ambientate all’interno di una casa di appuntamenti, piena di professioniste del sesso, non puoi permetterti oggi una rappresentazione stantia e patriarcale, pure se cerchi in ogni modo di nascondere la superficialità dietro la scusa della “leggerezza”. Anche perché poi la predica (letteralmente) arriva e ci sta che a qualcuno possa dare fastidio, soprattutto per la sua impronta (demo)cristiana.
Il sesso degli angeli ti ricorda anche che il cinema italiano si è fermato principalmente alla commedia degli equivoci, contraddistinta dalla prevedibilità sia narrativa che della messa in scena, e che non può bastare a Pieraccioni l’aver smesso di interpretare l’uomo medio in cerca dell’amore (che alla fine era sempre un’attrice sexy e piacente nel senso più canonico possibile) per parlare di innovazione e/o di una nuova fase per il suo cinema. E non possiamo parlare di novità neanche per aver sviluppato un progetto di questo tipo rimanendo il più pulito possibile, soprattutto perché poi arriva Ceccherini e qualche volgarità ce la dobbiamo sorbire.
Il sesso degli angeli ti ricorda infine che invece altrove qualcosa è già cambiato, perfino da tempo, e che esiste in realtà tanto cinema capace di far ridere ma anche riflettere, in grado di rappresentare degnamente chiunque, in particolare i personaggi femminili liberi dal binomio “mamma o puttana” (che poi qui vanno anche a coincidere nel medesimo ma con “puttana” che mantiene una valenza dispregiativa). Un altro modo di far ridere, intrattenere, esiste già, peccato che non sia di casa.
Il sesso degli angeli arriva nelle sale italiane a partire da giovedì 21 aprile con 01 Distribution
VOTO: ★★