Venezia 79: Don’t Worry Darling, la recensione del film con Florence Pugh e Harry Styles

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Di Massimo Vozza

Alla 79esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia la tensione è stata alta per uno dei titoli più discussi della stagione a causa dei rumor riguardanti le diatribe che hanno accompagnato la lavorazione del film stesso e oltre. Fortunatamente però non siamo qui per fare gossip ma per discutere di cinema. E così faremo.

L’attrice Olivia Wilde ha debuttato alla regia con il film Booksmart nel 2019, riscuotendo un notevole successo. Non stupisce quindi che il suo ritorno in sala sia con un’opera produttiva più costosa e con maggiori pretese nonostante resti decisamente inserita nel cinema hollywoodiano commerciale di genere.

Don’t Worry Darling è un thriller psicologico ambientato in una fantomatica cittadina statunitense degli anni ‘50 chiamata Victory, dove la casalinga Alice, totalmente dedita al marito Jack, piano piano si accorge che la bucolica esistenza che conduce lei e il suo vicinato non è esattamente ciò che sembra, trasformando così il tanto compianto sogno americano di ieri in un incubo dell’oggi. Allo spettatore gli indizi che qualcosa di strano è dietro l’angolo e che il contesto urbano così perfettamente ricostruito, grazie alle scenografie, le acconciature, il trucco e soprattutto i costumi, ha qualcosa da nascondere vi sono dall’inizio del film. La mente però viaggia in continuazione, da una possibile risposta all’altra, su ciò che è successo e dovrà succedere finché il puzzle alla fine non si completa ma potrebbe essere troppo tardi sia per Alice che per noi che l’abbiamo accompagnata in questo viaggio.

Tra momenti allucinatori e onirici, interni di dimore da sogno che gradualmente diventano sempre più claustrofobiche e schiacciano la protagonista intrappolata nella sua routine e un misterioso deserto che circonda la cittadina, Don’t Worry Darling porta avanti una trama intrigante senza mai perdere di vista il tema fondamentale che sorregge la struttura, il quale è purtroppo ancora attuale: la condizione della donna nella società di oggi è differente da quella dell’epoca nel quale sono immersi i personaggi del film eppure tutt’ora non è così facile per il genere femminile fuggire totalmente dagli obblighi della vita domestica, dal doversi dedicare al matrimonio e i figli piuttosto che a una carriera lavorativa.

Mattatrice assoluta dello stellare cast è Florence Pugh, capace di incarnare perfettamente le debolezze ma anche la forza del suo personaggio, sostenuta da una scrittura solida che lascia poco spazio alle sbavature e una colonna sonora da brividi. Insieme a lei le buone prove di Harry Styles (il marito Jack), Chris Pine (calato perfettamente nel ruolo del villain), Gemma Chan e la stessa Olivia Wilde.

In un solido mix di rimandi ad altre opere preesistenti, da Black Mirror a Twilight Zone, da The Truman Show a La donna perfetta, Don’t Worry Darling risulta un’esperienza cinematografica decisamente godibile, un esempio di film d’intrattenimento che punta sulla costruzione della tensione, riuscendo nell’impresa egregiamente seppur qualche perdonabile carenza sul fronte originalità. 

VOTO: ★★★★


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