Halloween Ends – La recensione del capitolo finale della saga horror

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Di Simone Fabriziani

Quattro anni dopo gli eventi narrati in Halloween Kills, Laurie vive con la sua nipote Allyson e sta finendo di scrivere le sue memorie. Di Michael Myers non si sono più avute notizie e Laurie, dopo aver consentito per decenni allo spettro di Michael di entrare nella sua vita, è determinata a lasciarsi tutto alle spalle una buona volta e di ricominciare a vivere. Ma quando Corey Cunningham, un giovane, viene accusato di aver ucciso un ragazzino a cui faceva da baby sitter, si scatena una cascata di violenza e di terrore che spinga Laurie a un confronto finale con ciò che non può controllare. Giovedì 13 ottobre arriva nelle sale italiane Halloween Ends, capitolo conclusivo di una delle saghe horror più longeve di sempre.

Al timone della regia ancora una volta David Gordon Green, che proprio nel 2018 aveva dato alla luce il primo capitolo della nuova trilogia sequel con protagonista il temibile Michael Myers e la final girl Laurie Strode interpretata da Jamie Lee Curtis. L’attrice Usa torna ancora una volta a vestire i panni dell’ormai attempata Laurie per chiudere una volta per tutte i conti con l’iconico e terrificante serial killer, quattro anni dopo i sanguinosi eventi di Halloween Kills. Stavolta, a chiusura di un cerchio aperto decenni prima con il capostipite diretto da John Carpenter, il regista capovolge la prospettiva e mette in scena una riflessione inedita sul potere del Male e sulla sua influenza tra gli esseri umani.

La cittadina di Haddonfield viene ritratta in Halloween Ends come una comunità in preda alla paranoia e al terrore dopo la terribile scia di sangue perpetrata da Michael Myers quattro anni prima; nessuno si fida più di nessuno, tutti sembrano nutrire rancore e rabbia nei confronti di Laurie, ormai sempre più rassegnata a vivere i restanti anni della sua vita lontana dala comprenione e dall’empatia della sua cittadina. Una scelta eremitica quella della Strode che verrà però a bussare alla porta della donna, a riscattare un conto lasciato in sospeso troppi anni addietro. Perché il Male, anche se sopito, non cessa mai di dimorare tra gli uomini, si allontana, ma non scompare definitivamente. Anzi, si può addirittura ereditare.

Questo è l’assunto da cui parte David Gordon Green e lo sceneggiatore Paul Brad Logan per chiudere l’ambizioso cerchio aperto nel 1978 da John Carpenter con il suo primo, grande capolavoro di genere. C’è la stessa, incalzante musica nei titoli di testa, la stessa protagonista, ma stavolta la nemesi si “sdoppia” assumendo le sembianze apparentemente innocenti del giovane Corey interpretato da Rohan Campbell. Ingiustamente accusato di aver ucciso il bambino a cui stava facendo da baby sitter anni prima, Corey discende in una progressiva ed infernale spirale di violenza e sbandamento che culmina prima con un incontro rivelatorio a tu per tu con un avvizzito Michael Myers, poi con la nipote di Laurie. Una spirale di morte e sangue che risveglierà gli appetiti anche del celebre serial killer di Haddonfield, preparando il terreno ad uno scontro finale inaspettato.
A conti fatti, Halloween Ends tenta la strada dell’ereditarietà del Male, del passaggio di testimone, del cuore di tenebra che alberga dentro ognuno di noi, ma inciampa in un’ambizione autoriale francamente fuori luogo e fuori tono rispetto ai due capitoli precedenti. Lo scontro finale tra Michael Myers e Laurie Strode è l’evento catartico che tutti i più grandi fan della saga horror di Carpenter aspettavano da decenni; questi ultimi saranno sorpresi di testimoniare che non ci si aspettava di certo che avvenisse in forma sì audace, ma al contempo stridente rispetto alle salde fondamente gettate nei film precedenti. Una (parziale) delusione per la conclusione di una serie cinematografica che forse avrebbe meritato maggior rispetto ed aderenza alle sue solide radici.
VOTO: ★★

Halloween Ends arriva nelle sale italiane giovedì 13 ottobre con Universal Pictures


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