Di Simone Fabriziani
Io Capitano racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due adolescenti che lasciano Dakar per raggiungere l'Europa, attraversando tutti i pericoli del mare, del deserto e soprattutto quelli rappresentati dagli esseri umani che incontreranno. Forse tra i lungometraggi di finzione definitivi sulla questione dell'immigrazie dal Nord Africa all'Italia (passando per il periglioso Mar Mediterraneo), il nuovo lungometraggio firmato da Matteo Garrone ha tutti i crismi del grande racconto favolistico mascherato da asciutto dramma sulla speranza e il desiderio di un orizzonte radioso per i due giovanissimi cugini del Senegal.
Quella che tra Seydou e Moussa nasce un po' per scherzo e un po' come scommessa, diventa il grimaldello narrativo di un viaggio della speranza che attaversa il deserto, la morte, l'ambivalenza umana e le onde del Mediterrano, salvacondotto per arrivare in terra siciliana e permettere a migliaia di povere anime di realizzare il sogno di una vita migliore. Seydou, che nel corso del viaggio pericoloso perderà di vista il cugino, dovrà vedersela tutto da solo contro quello che forse è il pericolo più grande di tutti: l'essere umano e il suo senso di prevaricazione nei confronti dei più deboli.
Tra il film-denuncia e una acuta rielaborazione dello stilema narrativo del viaggio dell'eroe, Io Capitano di Matteo Garrone sceglie di sintetizzare le due anime che da tempo hanno alimentato la poetica del cineasta: impianto favolistico e denuncia sociale. Il risultato è tutto sommato commovente ed efficace, anche se aspettarsi una presa di posizione più decisa (non necessariaente politica, ma anche e sopratutto artistica) da parte di Garrone in questo caso era legittimo aspettarsela.
Io Capitano arriva nelle sale da giovedì 7 settembre con 01 Distribution e Rai Cinema.
VOTO: ★★★½