Di Giuseppe Fadda
Ci sono bravi attori, ci sono grandi attori e ci sono leggende, quelle che solo con la loro presenza sono in grado di fare tutta la differenza del mondo, di trasformare un ruolo insignificante in una parte indimenticabile, un film mediocre in un'opera memorabile. Sophia Loren è indiscutibilmente una di queste: ogni sua performance è contraddistinta da quel tocco indefinibile di personalità e di spontaneità, da quella presenza scenica inimitabile che la rende un'attrice semplicemente unica. E non che il suo straordinario star power renda le sue interpretazioni ripetitive, anzi: la grandezza della Loren come interprete è data proprio dalla sua capacità di adattare la sua immagine, così vivida e riconoscibile, a ruoli tra loro diversissimi, dalla tenace Cesira de La ciociara (film che le ha meritatamente fruttato il Premio Oscar) alla vulnerabile, sottomessa Antonietta di Una giornata particolare. Dopo dieci anni di assenza dalle scene, la Loren torna alla ribalta con La vita davanti a sé, film diretto dal figlio Edoardo Ponti: forse il film non ha molto da offrire se non proprio questo, l'occasione di rivedere dopo tanto tempo un'attrice che ha fatto la storia del cinema e soprattutto di vederla confrontarsi con un ruolo che mette in luce tutte le sue capacità. E questo, già di per sé, è un'occasione di non poco conto.