The Fabelmans: Ode a Michelle Williams nel film intimo di Spielberg

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Di Dario Ghezzi

Esce il 22 dicembre in tutte le sale The Fabelmans, il nuovo film di Steven Spielberg. Se prendiamo la pellicola come una sorta di autobiografia del regista, non possiamo fare a meno di considerare le figure che costellano il film come uno specchio delle persone reali che hanno influenzato la vita del cineasta.

In The Fabelmans, chiaramente, il ruolo di Michelle Williams, è ispirato alla figura di Leah, la madre di Spielberg, tanto che il regista per riportare “in vita” sul set la mamma (ma anche il padre) ha operato una certosina attività di casting, coinvolgendo anche le sorelle, stando a quanto recentemente dichiarato. Spielberg era ben consapevole che quello che andava a raccontare nel suo nuovo film riguardasse tutta la famiglia e non solo lui, decidendo di rendere nel modo più delicato possibile il racconto. The Fabelmans, oltre ad un romanzo di formazione, diventa una lettera d’amore per la madre, fondamentale anche per aver coltivato la sua passione per il cinema e l’arte. 

Nel film, la donna è una pianista che ha accantonato una promettente carriera per occuparsi della famiglia ma che si trova sul punto di riprendere la sua arte da dove l’ha lasciata. Forse, proprio per questo, è una delle principali sostenitrici della vocazione del figlio. Mentre, da questo punto vista, il legame tra madre e figlio si rafforza di anno in anno, con la crescita dei figli e le nuove consapevolezze di Sammy, dall’altro i due finiscono per allontanarsi quando il giovane scopre, per un caso fortuito, la storia d’amore clandestina (ma platonica) tra la madre e Benny. La scoperta avviene in occasione del montaggio di un video tributo per la mamma come regalo per il suo compleanno, fornendo l’occasione ai due per un confronto, dando il via a una serie di conseguenze che porteranno la donna a prendere delle decisioni per se stessa e il suo futuro. Spielberg, seppur la mamma si presenta come una fedigrafa, non ne traccia un ritratto negativo, ma la mostra in preda a umane fragilità, decisa ad affrontare anche la moralità e l’etica dei tempi

Quindi, non solo una mamma chioccia, ma una persona con le sue sfaccettature, una donna che ha tutto il diritto di scegliere ciò che è meglio per lei e non solo per gli altri o per la famiglia. “Il mio più grande portafortuna” come l’ha definita Spielberg nel 1994 diventa quindi protagonista delle sue scelte, affermando se stessa e aspirando all’amore vero, quello che i figli, da soli, non riescono a dare ad una donna. Nel film ci sono dei momenti davvero iconici che riguardano questo rapporto madre-figlio; senza dubbio, le riprese del ballo nel campeggio sono quelle più cariche di pathos emotivo così come la “proiezione privata” (come quelle del video di compleanno, quando la donna si rende conto che il figlio sa tutto di lei e Benny ed esce dall’armadio in lacrime). Intenso anche il pit stop del viaggio in macchina, quando la famiglia va verso Los Angeles e la donna si sente sopraffatta dalle emozioni. Lei e Sammy hanno un ennesimo confronto chiarificatore all’ombra di alcuni vigneti, facendo capire al ragazzo come da lì a quel momento le cose potrebbero prendere una piega inaspettata.

In conclusione, tutti questi elementi fanno di The Fabelmans un racconto autentico, sentito e intimo che Spielberg decide di mettere a disposizione dello spettatore, attraverso la magia della settima arte riuscendo così ad esaudire, come dichiarato da lui stesso, uno dei desideri dei suoi genitori: raccontare in un film il grande materiale famigliare a sua disposizione. E, ci riesce, riconciliandosi definitivamente proprio col suo passato e la sua famiglia, tornando definitivamente a casa.

The Fabelmans debutta nelle sale italiane giovedì 22 dicembre con 01 Distribution, Rai Cinema e Leone Film Group


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