Di Simone Fabriziani
Vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il secondo lungometraggio scritto e diretto da Tom Ford conferma il peculiare talento del noto stilista statunitense fuori dal mondo del cinema e soprattutto dietro la macchina da presa, strumento a lui già familiare grazie all’eccellente esordio nel lontano 2009 con il premiato A Single Man.
Una gallerista d’arte di Los Angeles è perseguitata dal romanzo dell’ex-marito, un violento racconto che lei interpreta come un una velata minaccia ed un simbolico racconto di vendetta nei suoi confronti.
La incessante lettura del romanzo “Animali Notturni” toglierà il sonno a Susan (Amy Adams) e riporterà alla memoria frammenti della storia d’amore con Edward (Jake Gyllenhaal) e immergerà lo spettatore in una doppia narrazione, a cavallo tra passato e presente, tra realtà e immaginazione, tra vita reale e vita vissuta soltanto tra le pagine di un romanzo violento e scioccante.
Ispirato al romanzo “Tony e Susan” di Austin Wright, il secondo film scritto e diretto da Tom Ford riconferma in maniera sempre più decisa la familiarità del cineasta nella narrazione cinematografica per immagini; non c’è soltanto una maniacale attenzione per l’aspetto puramente visuale della pellicola (magnificamente virato sul contrasto cromatico tra una realtà dai colori freddi e una realtà romanzesca calda e assolata), ma l’opportunità di giocare sapientemente anche con più di un livello di narrazione permette a Ford di realizzare la sua opera cinematografica ad ora più complessa ed ambiziosa: tra verità ed immaginazione, Animali Notturni si affranca parzialmente dal romanzo originario e si fa opera per il grande schermo potente e visionaria, crudele e spietata; un racconto di amore e vendetta splendidamente corredato in ogni suo minimo particolare.
E ad arricchire i molteplici livelli di analisi, un cast in stato di grazia: da una Adams magnificamente tormentata dal passato ad ad un doppio Jake Gyllenhaal in bilico tra realtà e finzione, fino ad arrivare ad un inedito e conturbante Aaron Taylor-Johnson e ad un memorabile sceriffo senza scrupoli divorato da un male incurabile ritratto da un memorabile Michael Shannon.
L’ennesima prova di grande cinema di un autore “alieno” che, al suo secondo magistrale tentativo, si impone di diritto tra i più grandi narratori contemporanei della settima arte,
VOTO: 4/5