Captain Marvel – La recensione del cinecomic con il premio Oscar Brie Larson

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Di Simone Fabriziani

A metà degli anni Novanta, Carol Danvers lascia la Terra per entrare in un corpo militare intergalattico Kree. Destinata a diventare una degli eroi più potenti dell’universo, si ritroverà a combattere contro gli Skrull, più pericolosi che mai, e il loro leader Talos, pronto a un’invasione senza precedenti. Da mercoledì 6 marzo nelle sale italiane il cinecomic dedicato a Captain Marvel, primo lungometraggio dei Marvel Studios co-scritto e co-diretto da una regista donna e con al centro una protagonista femminile nel ruolo titolare.

Co-scritto e co-diretto dalla coppia Anna Boden e Ryan Fleck da un soggetto di Fleck e Boden assieme a Meg LeFauve, Nicole Perlman e Geneva Robertson-Dworet, Captain Marvel porta sul grande schermo per la prima volta la supereroina femminile creata da Kelly Sue DeConnick nella nuova serie a fumetti pubblicata a partire dal 2012; la leggenda del Capitano intergalattico Mar Vell di dinastia Kree continua con il passaggio di testimone dell’umana Carol Danvers (il premio Oscar Brie Larson), pilota americana dalle straordinarie capacità super. La scrittura e la regia della coppia Boden e Fleck (i due cineasti provengono dal cinema indie di successi come Half Nelson con Ryan Gosling e tanta televisione di qualità) ben si sposa con le ambizioni del lungometraggio che fa da ideale apripista alla conclusione di dieci anni di universo narrativo condiviso culminante ad aprile con l’atteso Avengers: Endgame.

Non solo tassello complementare e fondamentale alle fila conclusive del progetto Avengers (ma una nuova generazione di eroi nascerà dalle ceneri della vecchia classe, probabilmente), il Captain Marvel di Boden e Fleck non solo si allontana in buona parte dalla storia di origini della Danvers , ma ne riesce a ri-delimitare i propri confini in termini di ambizione e narrazione con un racconto impregnato di femminismo del nuovo millennio di cui i progetti cinematografici dei Marvel Studios latitavano negli ultimi anni , in attesa dello standalone annunciato su Vedova Nera.
Captain Marvel, nonostante alcune lungaggini e una origin story non esattamente esaltante, si poggia graziosamente sulla caparbietà di Carol Danvers, il cui volto è quello del premio Oscar Brie Larson, perfetto tocco al femminile in un gioco, quello dei supereroi, quasi esclusivamente al maschile dove conta, e si poggia altresì sulla capacità di Anna Boden e Ryan Fleck di aver saputo raccontare con piglio sovversivo una storia di inizi e di consapevolezza del proprio sé in equilibrio tra passato e presente, con un dovuto sguardo però alle sfide del futuro che verranno (il film è in buona parte ambientato a cavallo tra gli anni ’80 e ’90); Carol Danvers diventa così, a tutti gli effetti, la prima vendicatrice in un tripudio di straordinari effetti visivi (il percorso digitale di ringiovanimento dei volti di Samuel L.Jackson e Clark Gregg è da applausi) e occhio alla costruzione di una identità femminile capace di cambiare le sorti di numerose guerre, e talvolta terminarle.
Nel cast, anche Jude Law, Annette Bening, Ben Mendelsohn e Gemma Chan.
VOTO: 7/10




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