Di Simone Fabriziani
Un grande magazzino affollato nel periodo natalizio, una giovane commessa con il grande sogno della fotografia, un incontro di sguardi con una bellissima e avvenente cliente e dei guanti smarriti sul bancone; lo sfondo, una incantata New York anni 50. Questo è l’inizio di una delle più belle storie d’amore raccontate sul grande schermo degli ultimi anni…
Stiamo parlando di Carol di Todd Haynes, che abbiamo visto proprio ieri in Anteprima Italiana alla Festa del Cinema di Roma. Tratto dal romanzo The Price of Salt della maestra della narrativa americana Patricia Highsmith, il film di Haynes dischiude agli occhi dello spettatore un impressionante passione per il mezzo cinematografico, una straordinaria padronanza dell’aspetto visivo della narrazione e un indubbio talento nel saper tratteggiare con tocco realistico e al contempo maestoso i propri personaggi.
Già autore indipendente del cinema americano da molti critici considerato un maestro contemporaneo, Haynes aveva già affrontato il tema delle restrizioni sociali e dell’amore negli Anni Cinquanta con l’incantevole Far From Heaven (2002); qui racconta con assoluta sicurezza e precisione cinematografica una straordinaria storia d’amore che trascende il sentimento stesso: il sentimento provato dalle due protagoniste è cosi puro e profondo che rimane perlopiù sotto pelle, tra le pieghe della bocca, nell’espressione impercettibile degli occhi, nei piccolissimi ma non insignificanti movimenti della mani; ed esplode poi in un caldo trionfo di passione trattenuta in una delle più belle ed eleganti scene di sesso del cinema contemporaneo. Il cinema di Haynes si risolve dunque mirabilmente con questo suo ultimo film: sempre perfettamente in equilibrio tra desideri inespressi e virtuose esplosioni di passione, tra invisibili legacci sociali che non ci permettono di essere noi stessi e l’infinita, meravigliosa capacità umana di continuare ad amare, incondizionatamente e nonostante tutto.
Un’ultima, doverosa parola sull’eccellente reparto tecnico ed artistico del film: dalla precisa regia di Haynes alla pittorica visione del direttore della fotografia Ed Lachmann, dalle calde e commoventi note di Carter Burwell, fino all’equilibratissimo gioco di incontri, di sguardi, di bruciante passione tra le due protagoniste Cate Blanchett e Rooney Mara (entrambe forse nelle loro migliori prove attoriali degli ultimi anni), il lavoro di squadra dietro questa incantevole pellicola non va dimenticato; è grazie a questi fuoriclasse della Settima Arte che possiamo confermare, ormai senza più ombra di dubbio, che “Carol” non è semplicemente una elegantissima storia d’amore ben raccontata, ma è l’ennesima prova che Haynes è uno dei pochi cineasti nel panorama autoriale statunitense a regalare allo spettatore continue lezioni di cinema da lasciare senza fiato.
VOTO: 4/5