Hitchcock – La recensione del biopic diretto da Sacha Gervasi

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Di Simone Fabriziani

1959: Appena uscito fuori dal suo più grande successo commerciale e di critica (“Intrigo Internazionale”), il grande regista britannico Alfred Hitchcock mette le mani sul bestseller di Robert Bloch “Psycho”, romanzo ispirato alle gesta sanguinose di uno dei serial killer più efferati della storia passata d’America, Ed Gein; inutile dire che la lavorazione dell’adattamento cinematografico sarà lunga e travagliata, ma il successo di pubblico sarà straordinario e il film entrerà negli anni a venire nell’immaginario collettivo come un classico assoluto del brivido.
Tratto dal romanzo di Stephen Rebello “Alfred Hitchcock and the Making of Psycho” e diretto dal semi esordiente Sacha Gervasi (ha scritto la sceneggiatura e il soggetto di “The Terminal” tra gli altri), il film vede schierarsi un vasto cast in gran spolvero (su tutti una tagliente Helen Mirren nei panni di Alma Reville, la moglie e collaboratrice di Hitch) alle prese con un biopic sul Maestro del brivido dalle pretese purtroppo da serial televisivo stile HBO.
Se la buona volontà da parte del giovane Gervasi di esordire alla regia cinematografica con un progetto originale e di spessore artistico c’è (siamo comunque curiosi di conoscere i suoi prossimi progetti), il tutto non viene tuttavia ricompensato da una sceneggiatura ad hoc nè da un’interpretazione altamente convincente del Premio Oscar Anthony Hopkins; sotto una tonnellata di trucco fin troppo cartoonesco e posticcio non rimane che l’ombra di quel concentrato di eccentricità che era Sir Alfred, e forse da un attore navigato come Hopkins era necessario aspettarsi veramente di più.

Complice una narrazione forse troppo poco focalizzata sui personaggi (la Janet Leigh della Johansson risulta fin troppo macchiettistica) e sul rapporto ambiguo tra vita privata del regista e conseguenti problemi coniugali e lavorazione  travagliata sia al di fuori (l’ostacolo dei produttori restii a finanziare la pellicola) che all’interno (i problemi tra Alfred ed Alma sembrano quasi proiettarsi sulle vicende narrate nel film in lavorazione), il film non riesce ad appassionare come dovrebbe, risulta pretenzioso, claudicante sulle proprie gambe, forse  manca il mordente ingrediente necessario per raccontare in maniera originale parte della vita di uno dei più grandi geni del XX secolo senza ombra di dubbio.

Nella marea di talenti e comparsate di cui è costellato il film (oltre ai protagonisti Hopkins e Mirren, citiamo la Johansson, Jessica Biel, James D’Arcy, Danny Houston) e nelle pur succose ricostruzioni d’epoca, rimane l’amaro in bocca nel non aver potuto conoscere il grande Hitch come si avrebbe voluto, senza macchiettisimi di alcuna sorta; ci sembra quindi che l’esordiente Gervasi abbia scelto di dirigere il progetto più per garantirsi un più roseo futuro di scelte ben più coraggiose anzichè adattare il romanzo di Rebello con cuore e passione. Curiosi di quello che il suo futuro nel mondo del cinema ci riserverà, noi gli diciamo: “Try it Again, Sacha!”


VOTO 2/5


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