The Report – La recensione del film Amazon con Adam Driver

Seguici anche su:
Pin Share

Di Giuseppe Fadda

Sin dalla sua presentazione al Sundance Film Festival, The Report, diretto da Scott Z. Burns, aveva l’aria di essere uno dei titoli più promettenti per la corsa agli Oscar del 2020. Una reale inchiesta su sporchi segreti dello Stato (basti pensare al classico Tutti gli uomini del Presidente, o al più recente The Post) o della Chiesa (vedi Il caso Spotlight) come oggetto principale della trama? Presente. Uno degli attori più prolifici e acclamati del momento come protagonista? Presente. Un interprete veterano nel ruolo di un prominente personaggio politico? Presente. Le carte in regola sembrano esserci tutte. Eppure, ora della uscita su Amazon Prime Video, l’entusiasmo e il buzz attorno al film sembrano essersi esauriti. Da un lato questo dispiace – il tema trattato, ovvero quello della tortura perpetrata dagli agenti della CIA negli interrogatori di sospettati per terrorismo, è di vitale importanza e di estrema urgenza. Dall’altro, però, viene difficile considerare The Report come uno dei migliori film dell’anno: non perché non sia efficace, anzi, il suo messaggio passa forte e chiaro senza essere troppo didascalico. Però è un film che vive esclusivamente in funzione di esso.
L’oggetto dell’opera è l’indagine condotta da Daniel Jones (Adam Driver), su richiesta della Senatrice democratica Diane Feldstein (Annette Bening), circa il programma di detenzione e interrogatorio della CIA e la conseguente lotta di entrambi affinché non venga insabbiata la verità: ovvero che le tecniche di interrogatorio adottate dopo l’11 settembre fossero non solo inefficaci, ma brutali, immorali e illegali. Il film ha un obiettivo decisamente ristretto: non ci sono distrazioni all’interno della storia, non si indaga mai sulle vite personali delle persone coinvolte, il “report” è tutto ciò che interessa al regista e allo sceneggiatore dall’inizio alla fine. Questo, da un lato, è un punto di forza: la tensione viene mantenuta, senza interruzioni, per tutta la durata e l’effetto ottenuto è decisamente claustrofobico – questo è un bene: è una storia che vuole, e deve, mettere a disagio. Dopo un inizio un po’ incerto, caratterizzato repentini e fastidiosi sbalzi temporali, The Report trova presto il suo ritmo ed espone gli eventi in maniera chiara, esaustiva eppure comprensibile e al tempo stesso narrativamente coinvolgente, anche grazie ad un intelligente uso di analessi. E si mantiene avvincente per tutta la sua durata, resistendo al sentimentalismo e alla retorica facile quasi fino alla fine (alcune delle ultime scene possono risultare leggermente stucchevoli, ma si tratta di un difetto eventualmente perdonabile). 
A livello documentaristico, quindi, il film funziona: narra, informa e provoca indignazione. Eppure manca di quell’umanità e potenza narrativa che caratterizza, invece, Il caso Spotlight: quest’ultimo, pur dedicando pochissime scene alle vite dei protagonisti al di fuori dell’indagine, faceva sì che essi si realizzassero tramite le loro interazioni e risultassero decisamente credibili e tridimensionali. In The Report, i personaggi sono solo strumentali alla storia: non c’è un singolo anello debole nel cast (che comprende, tra gli altri, anche Jon Hamm e Maura Tierney), però a nessuno è data davvero l’occasione di brillare. Driver è sicuramente convincente nel ruolo principale e porta grinta e intensità alla parte – ma Jones resta un personaggio di cui non sappiamo nulla. Il suo dilemma morale ci coinvolge e (fino a un certo punto) ci commuove, ma non riusciamo mai a conoscerlo in profondità. L’interpretazione più memorabile è quella di Annette Bening, che incarna la sua parte con autorità, intelligenza e integrità, ma la sua Feldstein resta comunque più una “figura” che una persona. A livello estetico, il film si concede qualche virtuosismo (azzeccato) ma per la maggior parte è volutamente pulito e semplice: il focus è la Storia con la S maiuscola, sempre.  

Non si può dire che The Report non sia un film riuscito, perché raggiunge perfettamente gli scopi che si prefigge. Al tempo stesso, non si può neanche dire che sia un film che brilli per originalità né tecnica né espressiva e, per quanto sia Driver che Bening siano calzanti per i loro ruoli, forse una caratterizzazione più tridimensionale non avrebbe guastato. O forse sì, perché effettivamente se il film scorre così bene è perché il suo punto focale è estremamente preciso, quindi forse qualcosa andava sacrificata per forza. Quale che sia la verità, The Report è un film soddisfacente ma non brillante, con una sceneggiatura solida e intelligente ma non geniale e interpretazioni buone ma non straordinarie. In questo caso, messaggio e film sono un tutt’uno: e per quanto il messaggio sia nobile e importante, questo non basta a rendere l’opera grande. 
Voto: 6,5/10

Il film è attualmente disponibile su Amazon Prime Video

Pubblicato

in

da