American Horror Story: Cult 7×01 “Election Night” – La recensione

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Di Edoardo Intonti

E infine arrivata. La settima stagione della tanto discussa American Horror Story è finalmente cominciata, e nonostante il calo di popolarità avuto dalla dipartita di Jessica Lange del cast, possiamo intendere “Cult” come un apprezzabile tentativo di rinnovarsi, iniziato con la traballante “Hotel”, la sperimentale e non sempre capita “Roanoke” e arrivando con la stagione corrente, ancora tutta da scoprire.

Come annunciato mesi fa, riportato su ogni testata online (e non) avvezza a parlare di serialità televisiva, Il pilot di questa settima stagione inizia con la notte dell’elezione alla presidenza di Donald Trump, evento che ci viene mostrato dal punto di vista dei due protagonisti: Ally (Sarah Paulson) e Kai (Evan Peters).
Una è disperata; vede le sue fobie rinforzarsi davanti ad un futuro non più chiaro, l’altro trionfa per il caos che questa presidenza porterà negli Stati Uniti. Paragonandolo ad altri pilot di questa stessa istallazione “horror”, la puntata si prende tutto il tempo di mostrarci la vita dei protagonisti, pochi, e a mostrarci il loro modo di pensare.  Se da un lato abbiamo una Sarah Paulson sull’orlo di una crisi di nervi data dalla visione più o meno allucinata delle sue paure più profonde, dall’altra abbiamo un’esaltatore della paura,  manipolatore enigmatico e capace, da subito il personaggio più interessante della puntata grazie ad un Evan Peters mai così calato nella parte. I personaggi satelliti per il momento sono pochi. Non particolarmente accattivanti, sebbene Winter abbia probabilmente il potenziale per diventare uno dei più amati dai fan.  Una punta di tristezza nel rivedere John Caroll Lynch nei panni di Twisty, a ri-recitare praticamente a specchio, una scena vista nella quarta stagione (Speriamo i rivederlo anche con un altro personaggio).
In USA la puntata è stata generalmente ben accolta, anche perché sembra di  visionare un prodotto completamente diverso dal solito, ad esempio  sembra meno claustrofobico rispetto alle stagioni precedenti, costrette negli stessi ambienti (chiusi) per circa 10 episodi (qui la città intera dovrebbe essere teatro delle avventure terrificanti di Ally, Kai & co.) Le domande che sorgono spontanee sono: qual’è l’obbiettivo di Kai? Le allucinazioni di Ally, quanto sono psicologiche e quanto reali? E ancora, da cosa sono causate? Personalmente spero che i componenti della banda di clown mascherati abbiano nomi e un volto, se si tratta davvero di una setta e che neon si limitino ad elementi dello sfondo.
Buone potenzialità, nella speranza ovviamente che nel corso di questi 11 episodi si possa assistere ad una trasformazione di personaggi e situazioni, vorrei sperare di non vedere Sarah Paulson gridare per via di clown intenti in atti sessuali in luoghi sconvenienti per i prossimi tre mesi.

VOTO: 8/10

Se sei un fan della serie visita le pagine Facebook di American Horror Story ITALIACitazioni improbabili di American Horror Story.

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