Venom: La furia di Carnage | La recensione del sequel fumettoso con Tom Hardy

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Di Simone Fabriziani

La convivenza già traballante tra Eddie Brock e Venom comincia a sgretolarsi. Ci sono però ancora dei lati positivi di cui entrambi godono: Eddie ha lasciato a Venom la possibilità di lottare in nome della giustizia proprio mentre la sua carriera è in ripresa, ottenendo persino l’ultima decisiva intervista rilasciata dal serial killer Cletus Kasady. Nonostante ciò, non è facile andare avanti quando ogni battibecco si trasforma in violenta battaglia mentre cercano di capire chi sta buttando fuori chi dall’appartamento e dal corpo che condividono. Sia Venom sia Eddie dovranno capire se realmente, dopotutto, hanno bisogno l’uno dell’altro. Una risposta arriverà loro dalla comparsa in scena di Carnage, un simbionte ancora più grande, spietato e malvagio, che si impossessa del corpo di Cletus pochi istanti prima della sua esecuzione.

Arriva nelle sale italiane con Sony Pictures e Marvel Venom: La furia di Carnage, a partire da giovedì 14 ottobre, pronto a sbaragliare il record di incassi del capitolo precedente del 2018, inaspettato successo al botteghino per uno spinoff tutto dedicato ad un personaggio dei fumetti conosciuto ai più come uno dei più letali antagonisti di Spider-Man. A vestire i (doppi) panni di Eddie Brock/Venom è il candidato all’Oscar Tom Hardy, qui sempre più auto-ironico e disimpegnato, affiancato da Michelle Williams, Woody Harrelson e Naomie Harris.

Perché vedere Venom: La furia di Carnage

Perché il sequel qui diretto dall’attore (e adesso regista, dopo la prima, claudicante prova in Ogni tuo respiro e successivamente in Mowgli – Il libro della giungla) Andy Serkis recupera l’eredità di Ruben Fleischer e la omaggia celebrandola con un secondo capitolo privo di pretese, totalmente sconclusionato, orgogliosamente scanzonato, degno erede della struttura narrativa che ha reso alcuni albi a fumetto dell’antieroe della Marvel come veri e propri cult di lettura per gli adolescenti più appassionati e nerd. Un sequel che può funzionare soltanto se vogliamo “spegnere” il cervello per un paio di ore e lasciarci immergere in un blockbuster ingenuo ed “infantile”, distante anni luce dalla programmaticità, seppur a tratti anch’essa disimpegnata, dei parenti cinematografici dell’Universo Marvel condiviso.

Perché non vedere Venom: La furia di Carnage


Perché l’ostentata scanzonatezza del sequel diretto dal britannico Andy Serkis potrebbe ferire l’orgoglio dei fan Marvel più sfegatati e granitici che già avevano fatto la voce dei detrattori già nel 2018 in occasione dell’uscita del primo capitolo, che pure per Sony/Marvel aveva generato fior di incassi record al box-office internazionale. Segno che le innumerevoli debolezze narrative, post-produttive e artistiche della saga cinematografica di Venom nulla possono contro il gusto del pubblico medio, pronto ancora una volta a regalare la prima posizione in classifica al sequel che attendeva dal 2018, per un’ora e mezza disimpegnata all’insegna del divertimento senza pretese di alcun tipo. Per quelle, vi rimandiamo alla scena post-credits che apre inevitabilmente ad orizzonti futuri per il protagonista ricchi di potenziale.

Venom – La furia di Carnage debutta nelle sale italiane a partire da giovedì 14 ottobre

VOTO: ★★½