Venezia 79: Tàr, la recensione del film con Cate Blanchett in concorso

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Di Simone Fabriziani

La storia di Lydia Tár, universalmente considerata una delle maggiori compositrici e direttrici d’orchestra al mondo, ma anche la prima donna in assoluto ad aver ricoperto il ruolo in un’orchestra tedesca. Materia perfetta per un film biografico dall’assetto canonico e tradizionale, ma che invece il candidato all’Oscar Todd Field trasforma in un’angosciante meditazione sulla fragilità del potere nella società contemporanea e sulle insidie della celebrità ai tempi della cancel culture.

Debutta in anteprima mondiale alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica Tàr, terzo film dietro la macchina da presa per il regista e sceneggiatore Usa Todd Field, lungometraggio tutto costruito sul volto della vincitrice dell’Oscar Cate Blanchett, qui in stato di grazia nei panni dell’ambigua e riverita Lydia Tàr, fittizia celebrità nel mondo della musica sinfonica contemporanea. Il nuovo film di Todd Field conquista ed ammalia grazie ad un linguaggio narrativo solo apparentemente algido, che invece parte da un assunto ed una struttura tipicamente documentaristica per poi virare verso uno studio maggiore dell’ intimità della sua protagonista.

La regia e la scrittura di Todd Field qui si allontana dal fare teatrale di In the Bedroom e dal fascino romanzesco di Little Children, il suo Tàr ha invece un incedere spietato che, ça va sans dire, rispecchia la struttura di una sinfonia operistica dalla musica ammaliante e straniante allo stessto tempo; una melodia sinistra che avvolge la rapida discesa negli inferi personali di Lydia Tàr, la più celebre direttrice d’orchestra al mondo e prima donna a condurre l’orchestra sinfonica di Berlino. Uno status sociale che negli anni le ha regalato prestigio, fama e successo, fino a quando alcuni scomodi scheletri nell’armadio non riemergono dal passato, minando dall’interno gli equilibri della sua vita pubblica e privata.

Una discesa nella disgrazia, quella di Lydia Tàr, che Todd Field realizza dietro la macchina da presa affidando la sua sagace scrittura al talento fuori scala di una Cate Blanchett nel ruolo titolare, che qui si mette alla prova in uno dei ruoli intellettualmente più impegnativi e totalizzanti della sua pur brillante e vivace carriera da interprete. Dopo ben sedici anni dal suo pur riuscitissimo Little Children, Todd Field firma dunque il suo lungometraggio più ambizioso ed angosciante, un ritratto femminile in frantumi coniugato all’era contemporanea dell’informazione globale di Internet e dei social network, che dà il meglio di sé quando si atteggia ad acuta disamina del potere della reputazione e della fragilità tutta post-moderna della persona publica.
Tàr è in concorso alla 79° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e debutterà nelle sale italiane a partire dal 3 novembre con Universal Pictures.

VOTO: ★★★½


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